L’equivoco delle paritarie di II grado. Gli indirizzi di studio censiti come scuole

Nei Focus ministeriali dei principali dati della scuola in avvio dell’anno scolastico, un servizio puntuale e accurato dell’Ufficio statistica del MIM e pubblicato ogni anno, accanto a grafici e numeri dei principali indicatori delle scuole statali sono pubblicate in appendice anche le tabelle di alunni e scuole del sistema paritario.

Nella prima di queste tabelle vengono riportati i dati delle scuole di ogni ordine e grado, suddivisi per regione (Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige comprese), tra cui quelli degli istituti della secondaria di II grado, per un totale ben superiore a 1.600 scuole (1.637 nel 2023-24).

Quel numero che varia di poche unità ogni anno viene assunto acriticamente come dato ufficiale da istituzioni pubbliche (ISTAT compreso) e dai sindacati di settore. 

Stranamente, però, quel numero non riguarda le scuole, bensì è relativo agli indirizzi di studio attivati all’interno di ogni istituto.

Si tratta di un equivoco generato dalla determinazione dei codici meccanografici attribuiti alle scuole.

Mentre per gli istituti statali il codice è unico per ogni istituto, nelle paritarie non è previsto un codice di istituto, bensì un codice specifico per ogni indirizzo di studio, attivato all’interno dell’istituto.

La riprova? Eccola. Da “scuola in chiaro” prendiamo a caso un istituto paritario di secondaria di II grado, l’Istituto Alighieri di Torre Annunziata (Napoli). Presenta tre indirizzi di studio, ciascuno con un proprio codice, tutti ubicati nella stessa sede di Via Simonetti, 8, e individuabili con il medesimo indirizzo mail, stessa PEC e stesso unico numero telefonico dell’istituto: tre indirizzi per un solo istituto. Oppure, esaminiamo il San Giuseppe di Pagani (Salerno): nove indirizzi di studio, ciascuno individuato con un proprio codice meccanografico diverso, stessa sede di via Matteotti, 37, riferiti ad un medesimo indirizzo mail, stessa PEC e stesso unico numero telefonico dell’istituto: nove indirizzi per un solo istituto. Da notare che per ogni indirizzo di studio è riportata anche l’immagine della scuola, sempre la stessa.

Nel primo caso non sono tre gli istituti (come censiti dal MIM), ma uno solo; nel secondo caso non sono nove gli istituti (come censiti dal MIM), ma uno solo: quei dodici indirizzi di studio corrispondono soltanto a due istituti (!).

L’equivoco non costituisce solo un gap tecnico formale. Altera, infatti, il quadro complessivo di conoscenza del sistema paritario, l’incidenza specifica del settore e l’individuazione dei singoli istituti. Sarebbe utile che il MIM affrontasse la questione, perfezionando il dato statistico.

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