
Elezioni/2. Verso la Terza Repubblica?
Se, come molto osservatori prevedono, l’asse del futuro governo sarà costituito da un’alleanza tra il Pd del riformista e pragmatico Bersani e il Centro del più internazionalmente accreditato dei nostri leader politici, l’ex tecnico Mario Monti, riavremo dopo molti anni una situazione nella quale si confrontano una maggioranza di governo di centro-sinistra, o meglio sinistra-centro, una destra composita priva di una leadership unificante, e un nuovo soggetto altrettanto composito ma dotato di un leader carismatico come Beppe Grillo.
Quello creato dall’ex comico genovese è un soggetto politico che, come il suo leader, è difficilmente riconducibile alle tradizionali categorie di destra e sinistra, ma che spingerà in Parlamento per una riforma sostanziale della ‘vecchia politica’, a partire dal finanziamento pubblico dei partiti e dai privilegi di chi fa politica, elementi caratterizzanti della seconda Repubblica, con radici nella prima.
Ecco perché dallo tsunami che ha investito la politica italiana (cui ha potentemente contribuito anche Beppe Grillo con il suo tsunami tour che ha riempito le piazze) potrebbe scaturire una terza Repubblica, meno ingessata della seconda, più attenta ai movimenti di opinione e al controllo diffuso che la rete internet e i social network consentono, e auspicabilmente più interessata a investire sul futuro del sistema-Paese e quindi, in primo luogo, su scuola, università e ricerca. Tenendo conto del fatto che investire non significa spendere, ma spendere bene. Precisazione a nostro avviso decisiva, che approfondiamo nella news successiva.
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