Effetto Covid-19: attesi circa 50mila pensionamenti di docenti e personale ATA

La paura del contagio potrebbe portare insegnanti e personale tecnico-amministrativo (Ata) ad andare in pensione in anticipo lasciando le cattedre vuote. Una vera e propria fuga dalla scuola di cui potremo avere riscontro solo tra quattro mesi, a gennaio, quando il personale del comparto scuola dovrà fare la domanda di pensionamento (febbraio per i dirigenti scolastici, uscite dal 1° settembre). Solo a quel punto infatti si vedrà se l’effetto Covid-19 c’è stato o meno rispetto ai flussi di uscita degli ultimi due anni, caratterizzati tra l’altro dall’avvio della sperimentazione di Quota 100. Intanto, secondo quanto segnalato da IlSole24Ore stime di esperti del settore e sindacati contano in almeno 50mila le domande in arrivo (40mila docenti o poco meno e 10mila Ata).

Quest’anno l’Inps ha certificato con esito positivo il diritto a pensione per circa 41.400 lavoratori del comparto scuola, di cui circa 16.000 con i requisiti dell’anticipo “Quota 100”. E i primi di settembre sono stati liquidati circa 39.200 pensionamenti pari a quasi il 95% degli aventi diritto, di cui circa 15.300 “Quota 100”. Dato in linea con quello dell’anno scorso. Insomma, a gennaio potrebbe esserci un aumento di circa 10mila domande. Insegnanti e personale Ata, volendo, potrebbero però fare domanda di ritiro con “Quota 100” anche nel gennaio del 2022 o del 2023, se volessero fare un altro anno scolastico.

Un campanello d’allarme sull’effetto Covid-19 tra i prof è già suonato nei giorni scorsi quand è partita la nuova procedura della call veloce. Appena 2.500 precari hanno presentato domanda per spostarsi in un’altra regione (soprattutto da Sud a Nord) per conquistare un posto fisso. A frenare i docenti sarebbe stato proprio il virus.

Intanto quest’anno su circa 85mila autorizzazioni ad assumere docenti, ben 66.654 cattedre sono rimaste vuote (quasi tutte al Nord), andando ad altrettanti supplenti. Un numero elevato, più degli altri anni. Settembre si chiuderà pertanto con oltre 130mila incarichi a tempo determinato.

Per fronteggiare la situazione a breve, già dal prossimo mese di ottobre, dovrebbero partire i nuovi concorsi a cattedra per 78mila posti.