Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Educazione sessuale: la ricetta inglese e le “indicazioni” italiane

Si sa che gli inglesi sono un popolo pragmatico. Di fronte all’aumento delle gravidanze indesiderate di adolescenti di meno di 16, e addirittura 14 anni, hanno pensato di presentare agli studenti della scuola obbligatoria, che in quel Paese si conclude a 16 anni, una serie di alternative al rapporto sessuale ordinario, dal “petting” al sesso orale. La proposta sta suscitando polemiche e resistenze, anche da parte degli insegnanti, ma la discussione riguarda più l’efficacia delle “tecniche” consigliate che il merito del problema, la cui rilevanza è riconosciuta da tutti.
E in Italia? Anche da noi il problema è all’attenzione dei decisori politici, che però pensano, almeno per il momento, a ricette assai meno pragmatiche di quelle inglesi. Le bozze di “Indicazioni” per la scuola secondaria di primo grado pubblicate nel sito Internet del Ministero (www.istruzione.it) affrontano il problema in modo cautissimo, sotto la voce di “educazione all’affettività”. Nell’elenco delle conoscenze si parla di arte, psicologia, anche di anatomia, ma l’accento cade soprattutto sull’”aspetto culturale e valoriale della connessione tra affettività-sessualità-moralità”. E la corrispondente “abilità”, che l’allievo è chiamato a conseguire, consiste nel “riconoscere” tale connessione. I pur cauti cenni alla contraccezione, all’interruzione della gravidanza e alla prevenzione dell’AIDS, contenuti in una prima stesura delle “Indicazioni”, sono stati eliminati, mentre è stata aggiunta la parola “moralità”. Polemiche in vista.

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