Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Genitori contro prof di Religione: ‘Parla di sesso ai ragazzi’. Intanto 1 studente su 20 ha inviato sue foto intime

Lui è Giovanni Siotto, ha 32 anni e insegna Religione in alcune scuole di Nuoro, in Sardegna. Scuole medie in cui i genitori hanno iniziato una vera e propria battaglia nei confronti dell’insegnante, colpevole ai loro occhi di aver assegnato ai ragazzi la lettura di alcuni libri “sessualmente espliciti”. Il professore si difende: “Le polemiche contro di me sono costruite sul pressapochismo e sull’ignoranza, vogliono mettere il becco sulle mie lezioni. Sto valutando di sporgere denuncia per mobbing all’ufficio scuola della diocesi di Nuoro perché si sono espressi senza conoscere i fatti“.

I testi al centro della polemica sono “Ho 12 anni e faccio la cubista mi chiamano Principessa” e “Facciamolo a skuola“, entrambi di Marida Lombardo Pijola, giornalista e scrittrice che per anni è stata anche inviata de Il Messaggero. Solo da questo appare subito chiaro che i due libri assegnati dal docente non possono essere certo dei romanzetti erotici. “Non ho mai parlato di sesso in classe – afferma Siotto – ho consigliato l’acquisto dei testi e di leggerli in famiglia con mamma e babbo, senza obbligare nessuno. Si parla di educazione, dal latino ‘educere’, ovvero condurre fuori, per poter dare ai ragazzi gli strumenti su cui basare la propria vita. Quindi su dei valori che mettano al centro la persona nella sua interezza e non nello svilimento più becero dell’inseguire i canoni e i modelli negativi che questa società liquida impone e che tutti devono seguire per essere accettati: conformismo“.

Eppure i genitori non ci stanno e si sono rivolti al dirigente scolastico e al vescovo di Nuoro, Mosè Marcia che si è subito schierato dalla parte delle mamme e dei papà indignati: “Il professore ha sbagliato mestiere“, ha infatti affermato. Ma il professore di Religione risponde anche a lui: “Si è espresso senza conoscere i fatti, un pastore d’anime prima di esporsi deve conoscere ciò che è realmente accaduto. Sono convinto che tra i genitori ci sia troppa sessuofobia e che parlare di sesso sia ancora oggi un tabù“.

Intanto, mentre nelle scuole di Nuoro i genitori si oppongono a chi tenta di parlare di educazione sessuale agli studenti, ricordiamo che una recente indagine di Skuola.net e dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, ha rilevato che circa il 6,5% dei 7mila studenti intervistati ha confessato di aver inviato almeno una volta foto intime (cioè anche di nudo o di masturbazione) a un suo coetaneo o sedicente tale. Una percentuale troppo bassa per essere motivo di riflessione? No, se pensiamo che si traduce in 1 ragazzo su 20, più o meno uno per classe.

A questo aggiungiamo pure che il 5% degli intervistati, nel corso della stessa indagine, racconta di aver subito la minaccia o la vera e propria messa in atto di revenge porn, vedendo diffuse in Rete le sue foto e video in atteggiamenti intimi. E che c’è un legame strettissimo tra sesso e social network, tra sexting e revenge porn, tra questi ultimi e il cyberbullismo. Lo dimostrano tutti i ragazzi che negli ultimi anni si sono tolti  la vita proprio a causa di questa correlazione. Davvero vogliamo che la scuola non ne parli?

E tu cosa ne pensi? Secondo te la scuola dovrebbe dedicare più tempo all’educazione sessuale?

 
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