Educazione comparata. L’ottica tradizionale

C’era attesa per la lezione inaugurale che il professore Robert Cowen, dell’Institute of Education dell’università di Londra, uno dei massimi studiosi contemporanei di educazione comparata, era chiamato a svolgere lo scorso venerdì 26 novembre agli studenti del corso di dottorato internazionale di ricerca in scienze dell’educazione dell’università di Roma Tor Vergata, diretto dalla professoressa Donatella Palomba.

L’attesa non è andata delusa. Con l’autorevolezza e la chiarezza che gli viene riconosciuta Cowen ha delineato le peculiarità della svolta che a suo giudizio distingue nettamente la disciplina dell’educazione comparata di oggi (e ancor più, in prospettiva, quella di domani) dalle sue interpretazioni precedenti.

In passato la comparazione tra sistemi faceva riferimento essenzialmente a realtà nazionali e metteva l’accento sulle caratteristiche istituzionali e strutturali dei diversi sistemi esaminati con l’obiettivo di individuare le analogie e le differenze ed eventualmente trasferire le buone pratiche da un contesto all’altro. L’ottica era essenzialmente descrittiva, e diventava più analitica e approfondita solo in relazione a specifici settori o problemi (per esempio la formazione dei docenti, l’istruzione tecnica o professionale, i sistemi amministrativi, i modelli di università), sempre con l’obiettivo più o meno consapevole di favorire il trasferimento di esperienze da un Paese a un altro (o ad altri, come fecero per esempio gli inglesi con il Commonwealth).