Educazione comparata. La svolta della globalizzazione

La crescente e rapida globalizzazione dei processi non solo economici ma anche culturali che ha investito il mondo intero negli ultimi 20-30 anni, l’azione svolta in campo educativo su scala planetaria da organismi come l’Unesco, la World Bank, l’Ocse, l’avvento di linguaggi universali come quello musicale o come alcune modalità di comunicazione via internet, hanno radicalmente modificato le coordinate spazio-temporali della comparazione educativa allargandone il quadro di riferimento all’intero pianeta.

Oggetto precipuo della disciplina è oggi lo studio delle relazioni e interazioni internazionali in campo educativo tra ciascun sistema e tutti gli altri e l’analisi, in particolare, di quelle che Cowen definisce transitologies, cioè di ciò che si trasferisce, si modifica e si trasforma nella contaminazione reciproca tra sistemi.

Ma mentre la dimensione dello spazio si allarga a livello mondiale, l’altra coordinata, quella del tempo, va applicata in ciascun contesto nazionale/regionale esaminato prendendo in considerazione la storia, le tradizioni, l’evoluzione del rapporto tra potere politico e sistema educativo nelle diverse realtà locali. L’obiettivo della nuova comparazione educativa, e della disciplina accademica ‘educazione comparata’, non può più essere quello, strumentale, di comparare per trasferire modelli o pratiche da una realtà nazionale all’altra ma quello di approfondire in un’ottica rigorosamente scientifica la conoscenza delle interazioni tra sistemi nel mondo globalizzato.

Ad altri – politici, governi, istituzioni internazionali – spetta il compito di prendere le decisioni. Agli studiosi quello di comprenderle e spiegarle, senza cedere a mode culturali,  pressioni politiche, pulsioni di tipo nazionalistico o al contrario esterofilo (come qualche volta, vien da dire, succede in Italia…).