
Educazione affettiva e sessuale: UIL Scuola Rua boccia le proposte di legge sul consenso informato preventivo

La UIL Scuola Rua ha depositato il proprio contributo alla VII Commissione Cultura della Camera, intervenendo con toni netti sulle proposte di legge che prevedono l’introduzione del consenso informato preventivo delle famiglie per ogni attività scolastica legata a sessualità, affettività e identità di genere. Un intervento chiaro: per il sindacato, si tratta di misure ideologiche che minano l’autonomia scolastica, la libertà di insegnamento e il principio costituzionale dell’educazione integrale della persona.
Una scuola sotto tutela? Il sindacato dice no
Nel mirino della UIL Scuola Rua vi sono in particolare tre testi legislativi: il disegno di legge del Governo (n. 2423), e le proposte presentate dagli onorevoli Amorese (n. 2271) e Sasso (n. 2278). Tutte convergono, con sfumature diverse, su un punto: subordinare l’attività educativa scolastica al preventivo assenso delle famiglie, trasformando la collaborazione scuola-famiglia in un meccanismo di autorizzazione e controllo.
Il sindacato contesta apertamente questo impianto, parlando di un clima “ideologico di diffidenza e censura” che rischia di rimuovere dalla scuola temi fondamentali per la crescita e lasciare gli studenti esposti “a contenuti distorti veicolati dai social”.
Educazione affettiva e sessuale vietata nella primaria? Una “scelta pedagogicamente inaccettabile”
Tra i passaggi più duri, la critica al divieto assoluto – previsto in alcune proposte – di trattare l’educazione sessuale nelle scuole dell’infanzia e primarie. Una scelta che la UIL definisce “pedagogicamente inaccettabile”, ricordando come proprio nella fascia 3-10 anni i bambini accedano spesso alla rete senza filtri né mediazione adulta.
“Negare alla scuola ogni possibilità educativa su questi aspetti – si legge nel documento – significa abdicare alla sua funzione di prevenzione, tutela e formazione integrale della persona”.
Identità di genere e carriera alias: il rischio di nuove esclusioni
Sul fronte dell’identità di genere, la UIL Scuola Rua chiede che venga cassata ogni previsione normativa che vincoli il riconoscimento del genere auto-percepito all’avvio di procedimenti giudiziari. Una condizione che – si sottolinea – non tiene conto della realtà vissuta da ragazze e ragazzi in fase di crescita e che impedisce l’adozione di strumenti inclusivi come la “carriera alias”. Il rischio? “Snaturare il ruolo educativo della scuola e aumentare il disagio degli studenti in un’età particolarmente delicata”.
Una visione di scuola che arretra
Nel suo complesso, il giudizio della UIL Scuola Rua è netto: “Queste proposte minano i principi costituzionali di autonomia scolastica, libertà di insegnamento e diritto all’educazione integrale”. E proprio per questo, il sindacato ne chiede esplicitamente il ritiro.
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