Edilizia scolastica: un’emergenza e un’opportunità

L’autore di “L’edilizia scolastica. Un’emergenza nazionale” (Ediesse, 2014), Osvaldo Roman, è un testimone privilegiato perché da quasi cinquant’anni, con ruoli diversi, ha avuto l’opportunità di occuparsi da vicino della scuola italiana e dei suoi problemi: prima come sindacalista a livello nazionale (cofondatore del SNS-Cgil), poi come membro della presidenza del CNPI e infine, e fino ad oggi, come consulente legislativo dei gruppi parlamentari Pci, Pds, Ds e ora Pd.

Nei diversi ruoli Roman, pur vicino a una parte politica, ha osservato la realtà e le dinamiche della scuola italiana con uno sguardo asettico, molto attento ai fatti, ai dati strutturali, alle norme. Così ha fatto anche in questa occasione, producendo un volume compatto (corredato da un CD contenente un’ampia documentazione) e di forte attualità anche perché aggiornato fino alle prime azioni del governo Renzi, che fin dal suo insediamento ha fatto dell’edilizia scolastica il principale cavallo di battaglia della sua iniziativa in materia di politica scolastica.

Il volume, diviso in tredici capitoli, si sofferma in particolare sugli ultimi otto anni, dal secondo governo Prodi alla primavera 2014, ma non manca una rapida ricostruzione della problematica relativa all’edilizia e alla sicurezza delle scuole a partire dal primo governo Prodi (1996). In questo modo si colgono i motivi del drammatico ritardo con il quale, dopo le indecisioni e i rinvii della prima Repubblica, anche la seconda, nata all’insegna del decisionismo, si è impantanata in un groviglio inestricabile di conflitti di competenza, palleggiamenti di responsabilità, inerzie e complicazioni burocratiche.

Un libro interessante e un caveat anche per il governo Renzi.