Edilizia scolastica, un quadro in movimento

Ogni giorno, per quasi dieci mesi all’anno, più di 8,7 milioni di persone tra alunni e personale scolastico trascorrono la loro giornata di studio e di lavoro all’interno di 41 mila edifici che accolgono scuole statali.
Della sicurezza di quei milioni di persone e delle migliaia di edifici sono responsabili per legge i Comuni (per scuole dell’infanzia, elementari e medie) e le Province (per istituti superiori).
Agli Enti locali (proprietari di quegli edifici) compete, infatti, per legge la conduzione e la manutenzione delle strutture scolastiche, dei servizi e degli impianti, nonché la conseguente messa a norma.
Per adeguare le condizioni degli edifici alle norme attuali di sicurezza occorre, oltre alle risorse finanziarie, tempo, senza contare che di quei 41 mila edifici circa 3 mila non sono di proprietà degli Enti Locali (il 19% in Calabria, il 16% in Sicilia, il 14% in Campania, il 13% in Puglia) oppure sono vecchie strutture (soprattutto nei centri storici) con vincoli architettonici, artistici e storici.
Gli Enti Locali, grazie ad una recente legge che ha prorogato i termini di messa a norma, avranno tempo fino al 30 giugno 2006 per mettere in sicurezza gli edifici scolastici.
Si tratta di un’operazione complessa che riguarda vari interventi: le condizioni di agibilità statica degli edifici con relativa certificazione finale; le misure di prevenzione incendi certificata dai Vigili del Fuoco; l’accertamento delle condizioni igienico sanitarie, con relativa certificazione delle Asl; l’abbattimento di barriere architettoniche nei servizi igienici, porte, scale e ascensori.
Un’azione complessa e urgente che vede situazioni molto difformi sul territorio nazionale e che comunque non può assolutamente ignorare il diritto alla sicurezza di milioni di persone. Vediamole in dettaglio.