E Di Pietro raccoglie firme contro la non riforma

Il partito di Antonio Di Pietro, l’Italia dei Valori, ha avviato in tutta Italia una raccolta di firme contro la riforma della scuola varata recentemente dal governo Berlusconi. Anzi, contro la “non riforma”  Gelmini, che “in realtà non riforma nulla” perché “toglie spazio alla scuola pubblica per quella privata, toglie il tempo pieno, toglie la pluralità di insegnanti, toglie risorse“.

Per il momento si tratta di una petizione – non quindi dell’avvio di una procedura referendaria, di cui pure si era parlato nelle scorse settimane – con la quale il partito di Di Pietro denuncia “questa deriva che non aiuta i giovani e gli studenti a prepararsi per affrontare al meglio la propria vita. Per non parlare delle persone che vengono mandate a casa. Persone usa e getta. Persone qualificate che possono aiutare molto il mondo della scuola alle quali il Governo dice ‘arrivederci e grazie’ trasformando il precariato in una vera e propria tortura“.

Con il linguaggio diretto che è una sua caratteristica, anche Di Pietro si schiera a favore dei precari della scuola. Lo fa probabilmente (ma non è il solo) con un occhio rivolto alle prossime scadenze elettorali. Le elezioni europee sono alle porte, e la concorrenza tra le forze politiche cresce, favorita dalle caratteristiche del sistema con il quale si voterà, un proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Ma ai precari della scuola, e al superamento della soglia, guarda anche la nuova formazione politica di Ferrero e Diliberto, erede di Rifondazione comunista e del Partito dei Comunisti Italiani, due partiti della cosiddetta sinistra radicale che nella scorsa legislatura si batterono con determinazione e con successo proprio a favore dei precari.