
Dai dati ancora provvisori che il Miur sta raccogliendo nelle scuole statali italiane, risulta una situazione fortemente differenziata nelle diverse regioni anche per quanto riguarda i posti di sostegno istituiti dall’Amministrazione scolastica (in aumento rispetto a quelli dello scorso anno).
I posti di sostegno sfiorano ormai le 77 mila unità. Servono per l’integrazione di circa 154 mila alunni disabili in un rapporto nazionale esatto di 2 alunni disabili per ogni posto di sostegno. Ma l’Italia anche in questo è molto diversa.
In Sicilia, per esempio, vi sono 1,48 disabili ogni posto di docente, in Calabria poco di più e, a seguire, Basilicata e Liguria.
In fondo a questa specie di classifica vi è il Lazio con un rapporto, poco invidiabile, di 2,78 alunni disabili per ogni posto di sostegno, seguito da Abruzzo e Umbria.
La forbice è notevole e, per certi aspetti, inspiegabile.
Eppure nel 1997 si cercò con una legge di introdurre un parametro di equità: un posto di sostegno ogni 138 alunni iscritti. Come si vede, il rapporto dimostra che quell’indice è saltato, forse a causa di quella eccezione disposta dalla stessa legge che consentiva i posti in deroga.
Anche qui vi è una disomogeneità che reclama, ancora una volta, criteri univoci di assegnazione dei posti anche per una questione di equità e di funzionalità dei servizi.
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