Due capi dipartimento e sei nuovi esperti under 35 per il ministro Profumo

Il Consiglio dei Ministri della scorsa settimana ha nominato, su proposta del ministro Profumo, due nuovi capi dipartimento al Miur. A dirigere il Dipartimento per l’Istruzione è stata chiamata Lucrezia Stellacci mentre al Dipartimento per l’Università, l’AFAM e per la Ricerca Raffaele Liberali.

Lucrezia Stellacci, fino ad ora apprezzato direttore generale della Ufficio Scolastico della Puglia ha una lunga esperienza direttiva all’interno dell’amministrazione, dove ha diretto tra gli altri gli uffici regionali di Emilia Romagna e Calabria. Raffaele Liberali, fino ad ora direttore per l’Energia presso la Direzione Generale per la Ricerca e l’Innovazione della Commissione Europea, ha invece una consolidata esperienza negli organismi dell’Ue.

Ma le novità al palazzone di viale Trastevere non finiscono qui. Con una procedura fulminea, durata poco più di un mese, sono stati individuati tramite internet, scelti e nominati sei giovani esperti (il più anziano ha 35 anni), tutti dottori di ricerca, che hanno già cominciato a lavorare negli uffici di diretta collaborazione del ministro Profumo a partire dal 1° febbraio 2012. Continueranno a farlo “fino alla scadenza del mandato governativo del ministro Profumo”, come specificava il bando del 23 dicembre 2011, con un compenso di 48 mila euro per due posti e 24 mila euro per gli altri quattro.

All’avviso pubblico del Miur hanno risposto 596 candidati, 62 dei quali non avevano i requisiti richiesti (si spera che non facciano ricorso al TAR…), tra i quali sono stati scelti i sei vincitori, tre uomini e tre donne, di età compresa tra  33 e 35 anni.

L’esempio di Profumo è stato subito seguito dal ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca, che ha emesso un bando analogo per l’assegnazione di due posti.

Gli incarichi, come precisano i due ministri, “pur caratterizzati dal rapporto fiduciario intuitu personae, sono per la prima volta conferiti previo avviso pubblico e conseguente valutazione comparativa dei curricula, sia per garantire la piena applicazione del principio di trasparenza sia per assicurare l’elevata e qualificata professionalità dei soggetti cui verrà conferito l’incarico, selezionati nell’ambito di un’ampia rosa di candidature”.

I posti, insomma, sono stati assegnati per concorso, sulla base di un avviso pubblico, ma sono a termine: in sintonia con i tempi, l’evoluzione del mercato del lavoro e l’emergere di nuove professionalità, sconosciute alla tradizionale burocrazia ministeriale. E’ significativo che gli incarichi del Miur riguardino quattro campi di attività, tutti rigorosamente definiti in inglese: nuovi media (nell’accezione inglese, non latina), e-government, open data, social innovation.