Draghi: rivedere il calendario scolastico e recuperare il tempo scuola perduto. Ipotesi lezioni fino a fine giugno

Occorre recuperare i mesi di didattica in presenza persi a causa della pandemia e lavorare perché alla ripresa dell’anno scolastico a settembre sia tutto pronto, senza classi prive dei docenti. Questo sarebbe l’orientamento di Mario Draghi, secondo quanto riferito in particolare da Alessandro Fusacchia (già capo di gabinetto del Ministro Stefania Giannini), che ha partecipato all’incontro con il presidente del Consiglio incaricato in rappresentanza della componente di Centro democratico della Camera.

Draghi ritiene che ci sia un oggettivo disagio che gli studenti e le studentesse d’Italia hanno vissuto in questi mesi, un disagio di apprendimento ma anche psicologico. Quindi c’è un ragionamento da fare su come si può organizzare questo sostegno agli studenti e il recupero dei mesi persi”, ha detto Fusacchia, secondo il quale Draghi “ha condiviso un primo ragionamento su interventi strutturali che hanno a che fare con il calendario scolastico e con il prepararsi per tempo alla ripartenza a settembre”.

Il calendario scolastico, dunque, potrebbe subire importanti variazioni già da quest’anno. Si ipotizza il prolungamento delle lezioni alla fine di giugno (escluse, forse, le quinte classi che hanno la maturità), e attività formative di recupero nei mesi estivi e a settembre.

A nostro avviso, come abbiamo già ricordato un mese fa, misure di semplice recupero del tempo perduto non basterebbero per rilanciare la scuola. Serve da subito un programma coordinato di azioni che vadano nella direzione di un insegnamento/apprendimento più personalizzato, superando la logica impersonale degli standard e utilizzando a tale scopo la grande duttilità della DDI (Didattica Digitale Integrata). E già dall’anno prossimo, come abbiamo suggerito nell’articolo citato, una riforma dei piani di studio che li semplifichi e alleggerisca l’attuale, enciclopedico curriculum overload, salvaguardando un core curriculum ristretto e rafforzato (italiano, matematica, scienze, tecnologia) fino ai 16 anni, integrato a partire dalla terza media da altre discipline opzionali o facoltative.

La scuola, secondo noi, non va restaurata ma riprogettata puntando sull’essenziale. E servirebbe mettere subito in cantiere un vasto programma di formazione in servizio dei docenti (anche in forma di ricerca-azione) che vada nella direzione indicata. (ON)