Dopo San Patrignano, dispersione nel mirino

Non si sono ancora spenti gli echi del seminario europeo dei ministri dell’Istruzione tenuto a San Patrignano sul problema della dispersione scolastica.
Al centro del dibattito che ha fatto seguito ai lavori del seminario c’è sempre l’annosa questione del successo scolastico negli istituti di istruzione secondaria superiore e della scolarizzazione dei giovani italiani tra i 15 e i 18 anni.

In fondo si tratta del problema centrale che ha motivato la riforma del nostro sistema nazionale di istruzione e di formazione da Berlinguer al ministro Moratti.
In tema di scolarizzazione dei nostri giovani dopo la scuola media e di successo per il conseguimento del diploma di istruzione superiore il ministro Moratti ha messo in evidenza che solamente il 71,2% dei nostri giovani (una percentuale lontana dalla media europea dell’81,4%) ha raggiunto il diploma nell’anno scolastico 1999-2000. Ventinove ragazzi su cento si perdono dunque per strada. Siamo buoni ultimi in questa graduatoria europea , preceduti dall’Inghilterra (73,3%) e dall’Austria (76,4%). In testa il Belgio (90,5%) e la Germania (87,4%).

Invece il livello di scolarità nei settori nazionali dell’infanzia e della fascia dell’obbligo è molto alto nel nostro paese, sopra la media europea.
La sfida di San Patrignano per innalzare qualità e quantità dell’offerta formativa per i giovani italiani va dunque raccolta prima di tutto dall’Italia e l’ambizioso traguardo del 2010 di drastico abbattimento dei livelli di dispersione deve poter contare sul sostegno di tutti coloro che a diverso titolo operano nella scuola.