Docenti e studenti in scena: uno spettacolo ‘teatrico’ a Ostia
Avete mai visto recitare in un vero teatro, su uno stesso palco, docenti e studenti di una stessa scuola? La cosa già di per sé è rara; tanto più se non si tratta di una recita scolastica di fine anno ma del coronamento di un complesso e articolato percorso di crescita “umana”, intrapreso da una intera comunità scolastica.
Eppure, domenica 4 giugno (alle ore 16.00 e alle ore 21.00) presso il Teatro del Lido di Ostia, trentaquattro ragazzi del Liceo Labriola vanno in scena, insieme a quattordici loro professori. La cosa entusiasmante e paradigmatica non è solo che recitino insieme ma che ciò avvenga dopo un anno di lavoro intenso e profondo, in cui si sono reciprocamente ascoltati, avvicinati, emozionati attraverso un percorso metodologico che si chiama “teatrico”.
Il Liceo Labriola di Ostia, già noto insieme al Liceo Kennedy di Roma, per il progetto DADA (Didattiche per Ambienti di Apprendimento), sta portando avanti quello che il Dirigente scolastico Prof. Ottavio Fattorini, chiama scherzosamente il “DADAumpa” e che considera la cifra sottostante a qualsiasi innovazione didattica o metodologica: la formazione della “per-sona” educante. Ancora una volta gemellati per “affinità elettive” le comunità educative dei due licei, hanno avviato un percorso di innovazione il cui vero obiettivo è il lavoro sull’”essere” del docente. E’ per questo che, oltre alla realizzazione di apprezzatissimi corsi sulle soft skills, o progetti di mentoring docenti-alunni, si sono imbattuti nel metodo “teatrico”.
L’esperienza Teatrica è già diffusa in molte scuole romane e continua ad espandersi a macchia d’olio. Pur partendo dagli studenti, la formazione teatrica coinvolge tutta la comunità educante che la ospita, in una visione olistica e sistemica.
L’obiettivo è infatti di formare “individui (docenti o alunni) teatrici”, in grado cioè di portare a scuola l’”anima”, intesa come possibilità concreta di relazione con l’altro, principio di comunità, inclusione, senso civico e responsabilità sociale.
Ciò dà vita a micro comunità empatiche all’interno delle scuole stesse, nelle quali ciascuno (docente o alunno) può scoprire e mettere in atto dinamiche relazionali ed emotive positive e costruttive in grado di favorire il suo percorso di crescita.
Il Maestro Emanuele Faina, ideatore del metodo teatrico, regista –drammaturgo – arte terapeuta e consulente familiare e di coppia, ha osservato interessanti connessioni tra tecniche proprie della teatralità e modalità d’intervento legate alle “relazione d’aiuto”. Il metodo teatrico nasce dalla sua personale esperienza, unita alla quasi ventennale sperimentazione in scuole di ogni ordine e grado con il Gruppo Eleusis, definito oggi il primo gruppo teatrico.
Il metodo teatrico pone al centro il lavoro sulla relazione, non guarda esclusivamente al docente né allo studente, ma di entrambi si sforza di cogliere motivazioni, aspettative e potenzialità, favorendo l’instaurarsi di una comunicazione empatica, utile all’apprendimento e alle relazioni efficaci all’interno della comunità educante e fra questa e le famiglie.
L’utilizzo delle strumentalità teatrali (apprendere a gestire corpo, voce ed emozioni), è solo accessorio rispetto alla realizzazione della per-sona “teatrica” ed educante che, lavorando su se stessa, apprende a “contattare” le sue sensibilità, la sua volontà, il suo stile educativo e formativo.
In tal senso, l’esperienza teatrica si propone come percorso di potenziamento delle soft skills, favorendo tutti quegli aspetti che riguardano empatia, ascolto, sintonizzazione, collaborazione, problem solving.
“La mia sfida professionale e la mia scommessa didattica e pedagogica”, dice il Dirigente del Labriola Ottavio Fattorini, “è che il clima che in tal modo si cerca di favorire nella comunità educativa, sia correlato e correlabile a significativi riscontri negli apprendimenti degli studenti oltre che negli outcome sulle competenza trasversali e di cittadinanza”.
E’ una speranza per tutta la scuola e dunque… in bocca al lupo!
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