Addio al docente esperto, arriva quello ‘stabilmente incentivato’: ecco cosa cambia

Addio al docente esperto, al suo posto arriva quello “stabilmente incentivato”. Lo scorso 13 settembre il Senato ha infatti approvato il decreto aiuti bis che contiene diverse novità per il mondo della scuola. Una su tutte quella che riguarda la cancellazione della figura del docente esperto, al centro di polemiche da settimane, in favore di una dicitura nuova: docente stabilmente incentivato. “Avremmo preferito uno stralcio totale della norma, ma troviamo comunque positivo che il Parlamento abbia deciso di cancellare la qualifica di docente esperto, una dizione che aveva assunto un sapore grottesco, dato che nessuno si era preoccupato di specificare in quali materie sarebbero dovuti essere esperti questi insegnanti“, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Decade insomma la possibilità, dal 2031/2032, di ottenere la qualifica di docente esperto. Qualifica che veniva concessa ai docenti di ruolo che avessero conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili. Ora si prevede di superare il percorso formativo triennale con una valutazione positiva per ottenere l’incentivo stabile che dovrà essere inquadrato all’interno di una progressione di carriera, stabilita poi in sede contrattuale. Scompare quindi la definizione di “docente esperto”, ma restano gli stessi parametri a caratterizzare la figura professionale: tra nove anni (dopo tre cicli di formazione triennale), un numero ristretto di insegnati (32 mila su 850 mila in servizio nella scuola in Italia) riceverà un assegno di 5.650 euro da sommare allo stipendio.

Con l’emendamento al DL aiuti bis – dichiara invece Cristina Costarelli, presidente dell’ANP Lazio il docente esperto cambia nome, ma non la sostanza: diventa infatti il docente ‘stabilmente incentivato’ (espressione peraltro non proprio facile da acquisire). Restano pertanto i nodi critici di una retribuzione (che resta la stessa) che sarà erogata a partire dal 2032 per un numero limitato di docenti”.
Il nuovo testo usa l’espressione “carriera” (e forse è la prima volta che tale termine viene introdotto in un testo normativo con riferimento ai docenti).

Commenta ancora Costarelli: “Si ritiene positivo il fatto che venga esplicitamente dichiarata la possibilità di una carriera professionale anche con funzioni diverse dall’insegnamento: si tratta di un passaggio che auspichiamo sia un’apertura per la costituzione del livello del middle management, assolutamente indispensabile in istituzioni scolastiche sempre più complesse e articolate. E anche il riferimento alla contrattazione nazionale è un’apertura che potrebbe preludere ad un possibile nuovo inquadramento di queste figure diverso da quello docente”.

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