Divieto di vendita di cancelleria: la didattica a distanza per Infanzia e Primaria si sta bloccando per mancanza di materiale

Niente colori per i bambini, con questi restano sugli scaffali dei supermercati anche quaderni e cartoncini. Il DPCM 11 marzo 2020, in attuazione del decreto legge n. 6/2020, ha emanato ulteriori disposizioni, prevedendo, tra l’altro:Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media egrande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività”. Non è possibile quindi, a oggi, acquistare pennarelli, cartelloni, quaderni e altra cancelleria utile affinché la didattica a distanza possa continuare anche per la scuola dell’Infanzia e per la scuola Primaria. Anche se in questi giorni tanti genitori hanno portato avanti una protesta, la “battaglia dei pennarelli” che ha fatto sì che qualcosa iniziasse a muoversi.  Per ora sul sito del governo non è apparsa nessuna comunicazione ufficiale e nei supermercati alcuni scaffali appaiono ancora ‘sbarrati’ ma nel frattempo, il governatore del Piemonte Cirio, e quello della Liguria Toti, hanno annunciato un’ordinanza regionale che permette la vendita di materiale da cancelleria nei supermercati.

L’allegato 1 elenca gli esercizi commerciali abilitati ai servizi essenziali, oltre a quelli per generi alimentari. Per la vendita di materiale per uso didattico e scolastico sono compresi nell’allegato:

“Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici  Commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati”.

Come si vede, tra il materiale in vendita non è compresa la cancelleria (quaderni, carta per stampanti, biro, pennarelli, ecc.). Per chi ne ha bisogno, l’allegato consente di accedere eventualmente al commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet.

Ma chi ha provato ad acquistare cancelleria via internet si è sentito rispondere quasi sempre che nel territorio da cui viene la richiesta la consegna potrà avvenire non prima di dieci giorni, salvo ulteriori rinvii.

I supermercati non possono vendere cancelleria e le famiglie degli alunni più piccoli (ma vale anche per i più grandi) vanno in crisi.

Sta già succedendo che in molte città la zona di quei prodotti in molti supermercati viene sbarrata e ai clienti che alla cassa presentano comunque quegli oggetti ne viene impedito l’acquisto, provocando comprensibili proteste.

L’incomprensibile divieto selettivo rischia di rendere difficoltosa e addirittura bloccare la didattica a distanza soprattutto nella scuola primaria e dell’infanzia.

Anche la vendita di giocattoli è esclusa.

Tra poco tempo, perdurando la crisi, la didattica a distanza per i più piccoli sarà in affanno e rischierà di bloccarsi.

Occorre modificare il provvedimento, integrando tra i beni ritenuti essenziali anche cancelleria, giocattoli e altri prodotti necessari alla vita quotidiana.

È opportuno che il ministro Azzolina si faccia carico quanto prima di queste modifiche.