Divari territoriali, un problema per la dirigenza
La parte del PNRR definita sinteticamente “Divari territoriali” ha riguardato in una sua prima fase solo un certo numero di scuole, individuate con criteri comunicati a posteriori, cioè nel momento in cui è stata trasmessa la tabella con i riparti tra le scuole. Questa prima assegnazione non ha generato molti entusiasmi, anche perché le scuole “scelte” dall’algoritmo impostato sui risultati Invalsi e su altri indicatori di sistema più oggettivi hanno vissuto quel passaggio come una “bollinatura” negativa.
Le Istruzioni operative della seconda tranche, che riguarda tutte le scuole e non solo quelle individuate nel primo elenco, emanate con provvedimento n. 58542 del 17 aprile 2024, hanno confermato, nelle linee generali, quanto indicato nella prima assegnazione1 e vanno a toccare alcuni campi del meta-cognitivo e delle soft skills.
Questi i possibili campi di intervento presenti nelle prime e nelle seconde Istruzioni operative: n Percorsi di mentoring e orientamento:
- Percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento
- Percorsi formativi e laboratoriali co curriculari
- Percorsi di orientamento con il coinvolgimento delle famiglie
- Attività tecnica del Team per la prevenzione della dispersione scolastica
Questi i campi di intervento inseriti in aggiunta nelle seconde Istruzioni operative:
- Percorsi di mentoring e orientamento personalizzato nei CPIA
- Percorsi di tutoraggio e orientamento di gruppo, anche con il coinvolgimento delle famiglie
- Percorsi di potenziamento delle competenze chiave, compreso l’italiano L2 n Borse di studio e sostegno alla frequenza dei CPIA
- Attività tecnica del Team per la prevenzione della dispersione scolastica nei CPIA
- L’idea di base di questa parte del PNRR pare essere quella di aggredire la dispersione scolastica, con i connessi divari territoriali, attraverso azioni di supporto allo studente non strettamente e necessariamente collegate alle discipline di studio.
Se mettiamo in relazione questo obiettivo molto ardito a quelli che sono gli indirizzi molto chiari inseriti nel D.M. n. 19 del 2 febbraio 2024 ci troviamo di fronte ad uno schema di realizzazione che, da un lato, individua una oggettiva esistenza di forti divari territoriali e, da un altro lato, individua una dispersione chiaramente perimetrata da precise fasce di popolazione studentesca, che stanno alla base della ripartizione e vengono così rubricati dal Decreto Ministeriale:
a) studenti con fragilità nelle competenze con un livello di competenze non superiore al secondo, ovvero con un risultato “molto debole” e “debole”, come accertato dall’INVALSI nell’ambito delle prove svolte;
b) studenti con fragilità nelle competenze con un indice di status socio economico-culturale (ESCS), che integra le variabili relative al grado d’istruzione dei genitori, alla loro professione, alle risorse educative e culturali di cui l’alunno può fruire a casa, come rilevato dall’INVALSI; c) studenti effettivamente frequentanti ciascuna scuola;
d) studenti che abbandonano gli studi in corso d’anno sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito;
e) studenti ripetenti alla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito;
f) studenti frequentanti con disabilità sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione;
g) percentuale di studenti frequentanti con cittadinanza non italiana sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’istruzione e del merito.
Questo è solo un estratto dell’articolo presente all’interno del
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Chi è l’autore
Stefano Stefanel
Già dirigente scolastico e autore di Tuttoscuola.
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Come si modificano gli organici del personale, l’autonomia tra scuola e territorio e sport a scuola. E poi ancora: rivisitare la scuola per il progresso italiano ed europeo, saper vedere l’educazione e il diritto dovere della cittadinanza. Ma non solo. Nell’ultimo numero di Tuttoscuola, parliamo anche di divari territoriali e del problema che costituiscono per la dirigenza. Mario Castoldi, per la didattica, approfondisce poi i tanti modi di comprendere, mentre Cristiano Corsini affronta il dietrofront pedagogico sulla formazione iniziale. Il dossier “La scuola che sogniamo” questo mese è dedicato al Service Learning e ad aprirlo troviamo un editoriali di Italo Fiorin. Un numero da non perdere!
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