Disunità sindacale: la Cgil sciopera, Cisl e Uil trattano

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia hanno accompagnato lo sciopero generale proclamato dalla sola Cgil, che ha annunciato una adesione alla protesta assai elevata mentre il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, l’ha definita “scarsissima”, parlando di “fiacca celebrazione dell’ennesimo sciopero ‘allunga week-end’”. Meno aggressiva la valutazione del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha suggerito alla Cgil di “riflettere davvero sulla linea fin qui seguita” visto che è “ridicolo ipotizzare che il suo isolamento dipenda da una volontà di governo”.

D’altra parte la nuova segretaria della Cgil Susanna Camusso, al suo primo sciopero generale, non poteva che assumere una linea di forte rivendicazione dell’identità e dell’autonomia della sua organizzazione.

Ma la polemica nei confronti di Cisl e Uil è sembrata meno esplicita e dura che nel recente  passato: Camusso ha preferito indirizzare le sue critiche più forti a Confindustria che “da due anni fa una politica sbagliata, dividendo i sindacati, facendo accordi separati e dando deroghe ai diritti”. Ma si può cambiare e recuperare l’unità, sostiene  la leader della Cgil: “se c’è una responsabilità di Cisl e Uil è quella di non aver provato a cambiare”, dice, “ma insieme possiamo”.

Immediata è arrivata  la replica della Cisl. “Un sindacato diviso produce scioperi deboli e rinfocola ulteriori fratture nel mondo del lavoro e nella società italiana”, afferma il sindacato di Bonanni per il quale l’unità si può ricostruire solo “abbandonando la deriva politica ed antagonistica”.

Riferimento anche alle recenti polemiche che hanno contrapposto la Flc-Cgil alla Cisl scuola e alla Uil scuola in diverse occasioni, dalle elezioni RSU ai ripetuti scioperi alla dura opposizione alla linea trattativista degli altri due sindacati. Ma evidente anche la difficoltà che hanno la Cgil, e la Flc in particolare, nel fronteggiare le spinte massimaliste della base e la concorrenza dei sindacati autonomi più estremisti e/o corporativi.