Dispersione scolastica in calo/1. Merito della Moratti o di Berlinguer?

Abbiamo riportato dentro il sistema scolastico 90 mila giovani“. Lo ha annunciato con soddisfazione il ministro per l’istruzione Letizia Moratti al convegno organizzato a Modena sul tema “Scuola, università, lavoro dopo la riforma Biagi”.
Quei 90 mila giovani, secondo il ministro, sono così ripartiti: “60 mila ragazzi con i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale fatti dalle Regioni ma accreditati dal Ministero; 30 mila giovani sono rientrati nel sistema grazie all’innalzamento di un anno dell’obbligo scolastico“.
Probabilmente, nell’attribuirsi il merito del recupero di questi ultimi 30 mila ragazzi al sistema scolastico, il ministro è incorsa in un lapsus freudiano.
In effetti il “suo” obbligo scolastico, denominato ora diritto-dovere, non è ancora decollato, perché il relativo decreto legislativo (n. 76/2005) ne prevede l’avvio dal prossimo anno scolastico.
L’unico innalzamento dell’obbligo scolastico di questi anni è stato quello del ministro Berlinguer, attivato per effetto della legge n. 9/1999 dall’anno scolastico 1999/2000.
Alla fine di questo anno scolastico hanno concluso l’intero percorso della secondaria di secondo grado i ragazzi che cinque anni fa sono stati assoggettati al nuovo obbligo (compresi quindi anche quelli computati dal ministro tra i sottratti alla dispersione).
Ma quei 30 mila recuperati dall’innalzamento di un anno dell’obbligo sono figli della legge 9/1999, nel frattempo abrogata dalla Moratti con la legge di riforma n. 53/2003. E proprio per contenere gli effetti negativi di quell’abrogazione – avvenuta senza che fosse pronto il nuovo diritto-dovere – si è realizzato l’accordo quadro del 19 luglio 2003 sottoscritto tra Miur-Ministero del lavoro e regioni. Una misura definita in una logica di emergenza che ha previsto un’offerta formativa sperimentale di istruzione e formazione professionale attraverso percorsi triennali.