Un nuovo modello di apprendimento: cosa proponiamo al Governo

Tuttoscuola ci parla di un catastrofico fallimento formativo e dell’immobilismo della scuola italiana nonostante le numerose Riforme dell’ordinamento scolastico. La verità è che, pur in presenza delle tante innovazioni introdotte soprattutto dai Governi Berlusconi con le Riforme Moratti e Gelmini (ostacolate e ridimensionate), l’impianto della scuola italiana è rimasto statalista e uniforme; certifica percorsi con valore legale e non processi. Punta tutto, ancora oggi, sulle conoscenze, non valorizza abilità e competenze, non riesce ad effettuare il ricambio generazionale dei docenti. Ma soprattutto, anziché giocare d’anticipo, ha sottovalutato il Digital divide tra docenti e studenti, relegando la didattica digitale a intervento sperimentale e a macchia di leopardo.

È ora di dire basta ad un impianto che ha fatto il suo tempo e che ha fallito clamorosamente, sia sul piano della scolarizzazione di massa che come ascensore sociale. È un sistema costoso che crea disoccupazione e fuga dei cervelli. È ora di svoltare. Forza Italia rilancia partendo dal modello della  Regione Lombardia che ha attuato al meglio le nostre politiche scolastiche nazionali  e si è dotata di leggi regionali che hanno dato vita a politiche pubbliche in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro. Politiche ormai diventate Best Practice a livello nazionale ed europeo:

  • Il Buono scuola (che potrebbe diventare costo standard a livello nazionale per la libertà di scelta delle famiglie e per il pluralismo educativo);
  • Il “sistema duale alla tedesca” con formazione professionale di qualità e alternanza scuola-lavoro rafforzata da un apprendistato che ha permesso di recuperare in Lombardia 4 punti percentuali di dispersione scolastica;
  • l’inserimento lavorativo precoce di migliaia di giovani come tecnici specializzati e attraverso le misure di Garanzia Giovani e Dote Unica Lavoro.

Cosa proponiamo dunque al Governo? Di spostare l’asse dall’istruzione all’apprendimento attraverso esperienze di Action Learning, Coding, Tinkering, Realtà virtuale e Realtà aumentata. Chiediamo di puntare non più sull’educazione alla produttività (compiti e voti), ma alla adattabilità (più soft skills). Più cultura d’impresa e più autoimprenditorialità, cultura delle startup, più e non meno alternanza scuola-lavoro come invece sembra indicare il Governo. Più apprendistato formativo detassato e meno reddito di cittadinanza. Più flessibilità nei percorsi con agganci al mondo del lavoro, più cultura scientifica (educazione alle Stem) e internazionalizzazione.

Più reti orizzontali territoriali per l’innovazione e la ricerca, più filiere professionalizzanti verticali e più istruzione tecnica superiore 4.0 per il Made in Italy: il bello e il ben fatto che tutto il mondo ammira e ci invidia, l’industria su misura che poi è l’artigianato 4.0 che ci fa essere ancora oggi la seconda potenza manifatturiera europea. Un esempio: all’edizione 2018 del MICAM sono state presentate le prime scarpe progettate e create dagli studenti dell’IFTS del settore calzaturiero lombardo nel laboratorio del distretto di Parabiago e Legnano partito nel 2017. Oggi, concluso il percorso formativo biennale, questi ragazzi lavorano tutti in primarie aziende del settore e non avranno bisogno del reddito di cittadinanza.