Dispersione in calo, parola di ministro

Intervenendo al convegno dei giovani imprenditori, il ministro Moratti ha annunciato che la dispersione scolastica è diminuita del 2%. Il riferimento è per quel traguardo del 2010 che impegna i Paesi dell’Unione europea a portare la dispersione al 10% (in Italia, ancora un anno fa, erano 30 su 100 i giovani che non concludevano il percorso degli istituti superiori, abbandonando senza avere conseguito un diploma o una qualifica professionale).
Nell’anno scolastico 2001-2002 (il primo dell’era Moratti) dei 576.434 ragazzi che cinque anni prima si erano iscritti al primo anno delle superiori ne erano rimasti 387.806 con una dispersione stimata del 34,04%. In effetti la dispersione è inferiore perché nei professionali e negli istituti d’arte vi sono ragazzi che lasciano dopo il terzo anno, a qualifica conseguita.
Nell’anno in corso, dei 585.496 ragazzi iscritti cinque anni prima ne sono rimasti 401.984 con una dispersione stimata del 31,34% (vale sempre la riduzione collegata ai professionali e artistici).
Nel confronto tra i due quinquenni considerati, il decremento della dispersione è generalizzato su tutti i tipi di scuola con l’eccezione dei licei classici (che comunque hanno la minor dispersione in assoluto) che aumentano di 0,23 punti percentuali.
A migliorare sono stati soprattutto i tecnici e gli scientifici. I dati dei magistrali, dei professionali e degli artistici sono condizionati da elementi di variazione interna che li rende meno certi.
Ovviamente si tratta di stime, in quanto soltanto l’anagrafe della popolazione scolastica potrà dar conto esattamente della dispersione. Come è noto, l’istituzione dell’anagrafe degli alunni è prevista nello schema del decreto legislativo sul diritto dovere attualmente in fase consultiva, dopo l’approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri.