Diritto allo studio, Sala: ‘Con Dote Scuola ad ogni studente la possibilità di scegliere il proprio percorso’. Il podcast di Tuttoscuola

Quali effetti ha avuto la pandemia sul sistema scolastico ed educativo? Quali sono i principi dell’istruzione lombarda? Quali criticità e quali prospettive per affrontare le sfide future? Pluralismo educativo, dispersione scolastica, Dote Scuola e innovazione: quattro personalità del mondo dell’istruzione approfondiscono all’interno di quattro puntate del podcast di Tuttoscuola e Open Scuola i fenomeni del cambiamento i nuovi orizzonti dell’educazione lombarda. In questa puntata, Fabrizio Sala, Assessore all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia illustra il sistema virtuoso alla base di Dote Scuola, il bando che permette alle famiglie lombarde di accedere a borse di studio per l’istruzione dei giovani. La dote scuola è una politica identitaria di regione Lombardia: il buono scuola risale addirittura al 2000, l’evoluzione verso la dote al 2007. La caratteristica principale è di avere in qualche modo ribaltato la logica tradizionale, passando da una pubblica amministrazione che finanzia direttamente l’offerta dei servizi istruzione e formazione ad un sistema che mette al centro la domanda perché i finanziamenti servono le scelte degli studenti e delle famiglie.

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E’ importante ribadire lo slogan della Dote Scuola: Dote Scuola a Te la scelta. ha detto Sala -. La scelta è della persona che si avvicina al mondo dell’istruzione e della formazione senza vincoli di carattere economico. Lasciare libertà di scelta senza vincoli economici,  non in base al costo ma in base alle inclinazioni dello studente ed all’offerta formativa, è ancora più importante oggi, dopo la pandemia che ha impoverito diverse fasce sociali. Riteniamo che la Dote Scuola sia sempre di più uno strumento da spingere su cui investire e su cui cercare di contaminare anche il resto del territorio nazionale. Dobbiamo attrezzare gli studenti ad un dinamismo, ad una velocità che non ha uguali: oggi si parla tanto di rilancio economico ma il più forte rilancio, prima sociale e dopo  economico, deve essere l’investimento in istruzione. Quando io chiedo a grandi aziende perché scelgono la Lombardia, la risposta è sempre il capitale umano. Lo stesso Mandela diceva che l’istruzione è l’arma più potente che si può utilizzare per cambiare il mondo”.

“Dote Scuola vuole dare ad ogni studente la possibilità di scegliere il proprio percorso e si compone di 4 azioni per uno stanziamento totale di 58 milioni di euro. La prima azione riguarda il materiale didattico per dare sostegno in materia di libri, dotazioni tecnologiche, documentazione didattica: qui abbiamo una platea di 125mila studenti e uno stanziamento di 25 milioni. Il secondo è il Buono scuola che è la libertà di scelta educativa per circa  25mila studenti e uno stanziamento di 24 milioni. Poi abbiamo la Dote Merito  per chi ha una media del 9 o comunque un voto massimo: tremila studenti che raggiungiamo con un finanziamento di due milioni di euro. E poi abbiamo il  sostegno alla disabilità con un finanziamento pari a 7 milioni. Questo pacchetto è il pacchetto che viene denominato Dote Scuola. Non è facile finanziarlo, lo diciamo chiaramente, perché le risorse nazionali non si sono adeguate con la mutazione sociale che abbiamo avuto nella post-pandemia. Il trend delle domande della Dote Scuola è in crescita perché la condizione delle famiglie più povere ha subito un contraccolpo negativo a causa della pandemia: negli ultimi due anni abbiamo avuto un incremento di 46000 domande, quindi abbiamo dovuto operare uno stanziamento ulteriore di 9 milioni di euro per andare a coprire un gap di cui il governo non sta tenendo conto e mi auguro che una riflessione su questo venga fatta anche in Parlamento”, ha spiegato ancora l’assessore.

“Abbiamo lo stesso problema per l’università dove noi, a causa di un riparto che vede la Lombardia penalizzata, non riusciamo a finanziare il 20% di chi ha diritto ad ottenere una borsa di studio. E’ per questo che io continuo a sottolineare che oltre a fisco e burocrazia bisogna parlare anche di istruzione che deve essere uno dei pilastri più importanti del PNR. Arrivare in una fase post-pandemica ad avere meno risorse rispetto alla platea di cui ne ha diritto è l’esatto contrario di ciò che si deve fare. E’ per questo che la voce, il grido di sensibilizzazione che arriva dalla Lombardia a livello nazionale – conclude Sala – è l’occasione non per colmare un gap ma per investire a lungo termine, per pensare ai futuri venti anni. Se il nostro modello è un modello che funziona, è un modello vincente, perché non replicarlo, perché non finanziarlo? Questa è la grande voce che si alza dalla Lombardia nei confronti del governo nazionale”.

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