Dirigenza scolastica in Veneto: invasione trentina?

Il tema del reclutamento dei dirigenti e di possibili discriminazioni nelle selezioni sono al centro di una email che ci ha inviato il lettore Salvatore Amato, e che volentieri pubblichiamo.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare e a discutere questa opinione, e a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Vorrei fare una riflessione sui criteri di reclutamento della dirigenza scolastica, il cui concorso ritarda ad uscire e che, ahimè, se si va avanti così i posti che “restano” finiranno prima o poi nella logica della spartizione, in quanto molto appetibili.

Senza ritornare sul vecchio corso concorso, ormai risaputo e dibattuto, che non ha dato la possibilità a tanti veneti di accedere alla partecipazione al concorso in quanto è stato limitato, per legge, il numero dei concorrenti e poi si è data la possibilità di occupare i posti disponibili nel Veneto ai vincitori di alcune regioni del sud dove non erano stati rispettati i limiti imposti dalla legge.

Oggi vengo a sapere a malincuore che 14 vincitori del “corso-concorso per il reclutamento di 25 dirigenti delle scuole della Provincia Autonoma di Trento” sono stati inseriti in altrettante istituzioni scolastiche del Veneto.

In sostanza si ripete quello che si era verificato col primo corso-concorso, con la variante che l’invasione questa volta si è avuta dal nord verso il sud, dalla Provincia di Trento al Veneto (non so se ci sono stati ulteriori spostamenti in altre regioni). Naturalmente la Lega Nord che nella prima invasione aveva sollevato un caso nazionale, di questa seconda invasione o non si è accorta o ha fatto finta di nulla.

Quali vizi?

Al concorso trentino hanno partecipato pure candidati veneti e tanti di questi non sono stati ammessi in quanto c’era uno sbarramento iniziale. Alla prova di preselezione erano ammessi solo 250 candidati e purtroppo ai loro candidati hanno attribuito un punteggio, a parità di servizio svolto, più del doppio dei veneti in quanto quest’ultimi fuori provincia. Una discriminazione che non  ha dato a tanti veneti la possibilità di accedere al concorso e di potersi confrontare con i trentini per dei posti sulla dirigenza scolastica, poi da “consumarsi” su scuole statali del Veneto.

Senza entrare in merito alle competenze professionali dei vincitori di cui ho, a prescindere, grande rispetto, un altro vizio sta nel fatto che questi dirigenti lavoreranno in Veneto dove ancora oggi vige il “sistema educativo di istruzione italiano” e che la selezione del loro concorso verteva invece su contenuti del “sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino” i cui aspetti istituzionali si fondano su:

1) legislazione e organizzazione del sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino;
2) legislazione e organizzazione del sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino in relazione con l’analoga normativa nazionale ed europea;
3) ordinamento statutario della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Un noto parlamentare italiano direbbe “ che c’azzecca” .

Un altro aspetto a cui non so dare la risposta e che mi incuriosisce molto è il trattamento economico. A questi dirigenti trentini in trasferta permanente  in Veneto, compete il trattamento economico dei dirigenti scolastici italiani o quello dei dirigenti scolastici trentini, visto che sono vincitori di un concorso dove era previsto un particolare trattamento economico più vantaggioso di quello previsto dal contratto dei Dirigenti scolastici del sistema nazionale?

Prof. Salvatore Amato – Conegliano

Aspirante Dirigente Scolastico in Veneto

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