
Direttiva AVMS, Silvia Costa (PD): Il Parlamento europeo dà finalmente il via libera a regole aggiornate per i servizi di media audiovisivi on line in Europa

“Con il voto a Strasburgo, dopo un lungo negoziato con il Consiglio – dichiara Silvia Costa, coordinatrice del gruppo S&D in Commissione Cultura – abbiamo approvato la riforma della Direttiva sui servizi media audiovisivi, che rappresenta un enorme passo avanti verso la modernizzazione del quadro giuridico nel nuovo scenario digitale, superando l’attuale normativa del 2010 che era limitata ai servizi audiovisivi lineari e ai servizi on demand, con maggiori tutele per i cittadini, e in particolare per i minori, i consumatori, ma anche con la promozione delle opere europee online”. Riportiamo il comunicato.
“La diffusione di Internet e delle piattaforme di condivisione dei video ,come Youtube e Facebook, ha profondamente cambiato il modo in cui si producono, si distribuiscono e si fruiscono i servizi audiovisivi. Si afferma ormai il consumo on demanda con forme sempre più vaste e personalizzate, mentre i minori guardano sempre più video attraverso i telefonini. Con questa direttiva, che fa seguito al Regolamento europeo sulla protezione dei dati su Internet, al Regolamento sulla portabilità e al negoziato in corso sul copyright, definiamo finalmente un quadro di diritti e obblighi più equo tra il settore radiotelevisivo tradizionale i nuovi servizi audiovisivi online, come i servizi di video on demand, come Netflix e Apple TV, le piattaforme di condivisione video,come You tube e Daily Motion, nonché i contenuti audiovisivi dei social network come Facebook e Vimeo”.
“L’intento prioritario è tutelare i le persone e la loro dignità sulla rete con misure appropriate e chiare, promuovendo al contempo la promozione e l’investimento da parte dei VOD in contenuti e prodotti audiovisivi europei, nonché regole sulla trasparenza e qualità della pubblicità. Intendiamo superare l’attuale inaccettabile squilibrio tra diritti e doveri dei diversi attori del sistema audiovisivo lineare e non lineare in Europa, nonché il ruolo parassitario e oligopolistico di molti operatori globali su internet”.
“La direttiva – prosegue Silvia Costa – è il frutto di una negoziazione lunga e complessa tra Parlamento e Consiglio per sciogliere alcuni punti controversi che hanno registrato un nostro successo, come le nuove regole su una maggiore flessibilità nell’affollamento pubblicitario sulle emittenti radiotelevisive (20% tra le 6 e le 18 e 20% tra le 18 e le 24), l’indicazione prioritaria sulla co-regolamentazione e non solo sulla autoregolamentazione di codici di condotta adottati a livello nazionale, sulla indipendenza delle Autorità nazionali , sul rafforzamento del gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA). Gli Stati membri, tramite le loro autorità nazionali di regolamentazione del settore audiovisivo, potranno così intraprendere azioni nei confronti degli operatori, incluse le piattaforme di condivisione video, che non rispettano le norme di identificazione e rimozione immediata ( note and take down, ex art .14 della direttiva ecommerce) dei contenuti illegali , su segnalazione degli utenti ,come l’istigazione al terrorismo, i discordi di odio, la pedo pornografia e razzismo”.
“Quindi si prevede che le piattaforme si devono dotare di meccanismi trasparenti per garantire agli utenti la possibilità di segnalare video che violano la normativa, nonché sistemi per spiegare agli utenti i seguiti dati alle loro segnalazioni. Per i minori le piattaforme si devono attrezzare con sistemi di verifica dell’età e parental control per limitare l’accesso non solo a contenuti illegali ma anche a quelli nocivi avrei preferito un meccanismo by default di parental control (opt out). Infine – conclude l’europarlamentare – i cataloghi dei servizi video on demand dovranno ospitare con evidenza almeno il 30% di opere europee . Senza dimenticare che gli Stati membri potranno richiedere un contributo finanziario o un investimento in contenuti europei originali ai servizi VOD sotto la propria giurisdizione (ma in date circostanze anche a quelli con sede in un altro stato membro), sbloccando così risorse importanti per la produzione audiovisiva europea. In un momento decisivo come questo, in cui stiamo definendo le politiche culturali e audiovisive del prossimo decennio anche nel programma Europa Creativa di cui sono relatrice, avere un quadro normativo aggiornato del settore media audiovisivo è sicuramente una buona notizia e la dimostrazione che l´Europa risponde ai bisogni dei cittadini e degli operatori europei”.
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