Diplomifici, Suor Alfieri: ‘La soluzione? Garantire il diritto alla libertà di scelta educativa. La scuola paritaria è pubblica’

In dieci anni la scuola paritaria ha perso oltre un quinto degli alunni, entrando in una crisi che sembra irreversibile, se non si interviene. Ma per suor Anna Monia Alfieri, intervistata da Tuttoscuola,“con questo Governo la meta della libertà di scelta educativa è vicina. Per tutti i genitori una quota da spendere per l’istruzione dei figli. L’istruzione non può essere solo nelle mani dello Stato, che diventa totalitario”.

La Alfieri attacca i diplomifici che gettano discredito sull’intero mondo delle paritarie. “I diplomifici che si nascondono all’interno della scuola paritaria sfruttano il dramma del precariato storico, specie nel Mezzogiorno. Sono realtà colluse, nate per frodare lo Stato e le famiglie. Mi chiedo come sia possibile il loro perdurare anche oggi”.

 

Per risolvere la questione dei diplomifici in modo definitivo, occorre che anche in Italia si proceda con la garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa da parte dei genitori”. Questa la possibile soluzione al problema per Suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, tra le voci più accreditate sui problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi che ha scritto il libro “Il pluralismo educativo. Una scelta ancora possibile” in questi giorni nelle librerie. E che in un’intervista a Tuttoscuola ha spiegato perché è giusto che l’istruzione non sia unicamente nelle mani dello Stato tracciando anche un quadro della scuola pubblica paritaria.

Sul “Presente e futuro della scuola paritaria” si terrà lunedì 9 ottobre a Milano un importante convegno presso l’Università Cattolica di Milano, al quale interverrà tra gli altri il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara.

Il presente della scuola paritaria non è roseo, avendo perso solo negli ultimi dieci anni oltre un quinto degli alunni. Secondo le elaborazioni di Tuttoscuola sui dati del Ministero dell’istruzione, le scuole paritarie hanno perso complessivamente nel decennio 2014-2023 oltre 221mila iscritti, pari al 21,8%.

Indubbiamente il decremento demografico ha inciso pesantemente su questa flessione di iscritti, ma, se si osserva quanto avvenuto nel medesimo periodo nelle scuole statali dove le iscrizioni sono diminuite soltanto del 7,3%, ci si rende conto che il sistema paritario è in affanno per una crisi che sembra destinata a continuare anche per i prossimi anni.

Il crollo complessivo nelle iscrizioni (-21,8%) si è verificato nonostante il sospetto incremento di iscritti tra il quarto e il quinto anno delle superiori in alcuni istituti paritari, oggetto dell’inchiesta di Tuttoscuola sui cosiddetti “diplomifici”, collocati nella grande maggioranza in Campania.

Nel settennio che va da 2015-16 al 2022-23 l’incremento cumulato di iscritti registrati a livello nazionale nelle scuole paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314 (dai 125.998 iscritti al quarto ai 292.312 al quinto: +132%): dei 166 mila, circa 105 mila riguardano istituti paritari della Campania.

“Lo Stato che indossa le vesti di unico gestore del servizio di istruzione è lo stato totalitario, ossia quello che vuole indirizzare le menti dei suoi cittadini più giovani, cittadini adulti del domani – spiega Alfieri -. Affermare il diritto alla libertà di scelta educativa vuol dire creare le condizioni per la nascita di più realtà educative e la possibilità di elaborare molteplici progetti educativi da proporre a famiglie, docenti e studenti: una simile libertà porterebbe ad un aumento della qualità dell’offerta formativa, frutto anche di un confronto costruttivo tra docenti, studenti e famiglie. Un’offerta formativa accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione economica”.

Per arrivarci, Alfieri sa bene quali sono i passi da compiere nell’immediato:La scuola pubblica paritaria non chiede soldi per sé ma che sia riconosciuta ai genitori una quota da spendere per l’istruzione dei figli che può essere spesa presso una scuola pubblica statale o una scuola pubblica paritaria, all’interno di una attenta rendicontazione e sotto lo sguardo dello Stato, controllore e garante e non più gestore unico del sistema di istruzione e controllore di sé stesso. Occorre, dunque, garantire alle famiglie che scelgono la scuola paritaria il 70% del Costo Medio Studente. La spesa è di euro 2.500.000.000,00: da spesare 500 mln di euro nella prossima legge di Bilancio, il resto nelle tre leggi di Bilancio successive. E’ impensabile che ciò non avvenga: in tempo di fondi PNRR non è ammissibile che si preferisca la chiusura delle scuole paritarie con un costo per lo Stato e i cittadini in primis di 5.141.342.841,92 €. 500 mln oggi o 5,2Mld domani e 6Mld dopo domani?”

Un tema difficile: “La scuola paritaria italiana è una realtà variegata e complessa – dice Suor Anna Monia –. Comprende le scuole gestite dalle Congregazioni religiose con carisma educativo, i Collegi arcivescovili dipendenti dalle singole Diocesi, le scuole di ispirazione cristiana e le scuole aperte da singoli, tanto per dividerle in macrocategorie. A motivo del mancato riconoscimento della libertà di scelta educativa, le scuole paritarie devono, inevitabilmente, chiedere ai genitori degli studenti che le frequentano il pagamento di una retta. Su questo fronte esistono realtà che chiedono rette inferiori, o comunque non superiori, a quello che è il Costo Medio Studente, così come definito annualmente con apposita circolare del Ministero, e realtà, anche all’interno della scuola cattolica, che chiedono invece rette di gran lunga superiori al Costo Medio Studente. Si tratta di scelte. Ognuno se ne assumerà le conseguenze. Economicamente e moralmente”.

C’è poi il grande equivoco. “Certamente buona parte della scuola pubblica paritaria italiana è rappresentata dalla scuola cattolica. Spesso le critiche alla paritaria cattolica nascono dall’errore di intendere ‘cattolico’ come ‘confessionale’ che è cosa assolutamente errata. Certamente la scuola cattolica ha una propria identità che si basa su una precisa visione dell’uomo e del mondo ma ciò non impedisce che essa sia aperta a chiunque, a patto dell’accettazione dell’offerta formativa. Del resto la scuola salesiana del Cairo è frequentata da studenti musulmani e in Francia le scuole cattoliche sono accessibili a tutti, gratuitamente, avendo la Francia garantito ai genitori il diritto alla libertà di scelta educativa. Così non avviene a casa nostra. E la mancata garanzia del diritto genera, come sempre avviene, in tutti gli ambiti, situazioni eterogenee, alcune delle quali fuori dalla legalità. Mi riferisco alla realtà di quelle scuole pubbliche paritarie che sono tali solo sulla carta ma che in realtà sono diplomifici, quelle verso le quali si indirizza il turismo del diploma, realtà che vanno individuate e fatte chiudere. A monte del discorso, però, occorre capire il valore della scuola paritaria. Occorre che anche in Italia si proceda con la garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa da parte dei genitori. In un sistema scolastico libero, nel quale alle scuole è riconosciuta piena autonomia e reale libertà, il ruolo dello Stato sarebbe quello di gestore, certamente, ma non unico, soprattutto lo Stato sarebbe garante e controllore. E i controlli devono avvenire, su tutti i fronti: economico, attraverso una precisa rendicontazione, da parte delle scuole, dei denari che le famiglie avranno loro affidato per l’istruzione della prole, didattico, attraverso la verifica dell’attività svolta in classe, dei registri, dei fascicoli degli studenti e infine normativo, rispetto ai titoli di studio rilasciati e alla modalità di svolgimento degli Esami di Stato”.

Alfieri chiarisce ancora: “Lo ribadiamo: anche la scuola paritaria è pubblica e i genitori, gli studenti e i docenti che la scelgono devono godere degli stessi diritti e rispondere agli stessi doveri di chi ha scelto la scuola statale. Conseguentemente alle famiglie dovrebbe essere garantita una quota capitaria da spendere per l’istruzione dei figli presso una scuola pubblica, statale o paritaria, in una attenta rendicontazione. E il tutto avrebbe un valore sociale immenso: aumento dei livelli di apprendimento, in linea con gli standard europei, miglioramento della tenuta sociale dei territori economicamente e socialmente più fragili, innalzamento della qualità della vita. Tutto, come si può comprendere, in una perfetta concatenazione di cause e di effetti. Dalla scuola passa, infatti, il rinnovamento della società”.

Sul tema della libertà educativa interverrà anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, in un convegno il prossimo 9 ottobre 2023, *Presente e futuro della scuola paritaria, tra sfide e nuove opportunità* che si terrà alle ore 15.00 all’Università Cattolica di Milano. L’evento è promosso da ALTIS Graduate School of Sustainable Management e dal Centro studi sugli enti ecclesiastici (Cesen) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il patrocinio del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica.

Nelle prossime ore pubblicheremo l’intervista integrale a suor Anna Monia Alfieri.

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