Diplomifici. Mi manda RaiTre

Domenica 19 novembre è andato in onda un ampio servizio di “Mi manda RaiTre” sui diplomifici (si può rivedere qui), costruito partendo proprio dai dossier di Tuttoscuola pubblicati quest’estate.

Il filo conduttore della trasmissione sono stati infatti i dati e le analisi di Tuttoscuola, presentati e commentati dal nostro redattore Sergio Govi che ne ha curato e approfondito la raccolta.

In studio la segretaria della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, in collegamento video l’ex ministro Lucia Azzolina, ora dirigente scolastica e lo scrittore Enrico Galiano. Assenti il ministro Valditara o altri rappresentanti del MIM, che i responsabili della trasmissione hanno dichiarato di aver invitato.

La trasmissione si è aperta con interviste ad alcuni gestori di istituti paritari che indicavano il modo, a dir poco disinvolto, per arrivare al diploma; proprio partendo da quelle interviste, il conduttore ha introdotto la trasmissione in studio, premettendo (fugacemente) che non tutte le scuole paritarie sono di quel tipo (i dossier di Tuttoscuola avevano invece evidenziato chiaramente, con la forza dei numeri, come gli istituti paritari “opachi” sono una netta minoranza nel mondo delle paritarie, che al netto di quelle poche “mele marce” che si nascondono all’interno svolge un servizio pubblico essenziale).

Il giornalista della RAI Stefano Maria Sandrucci, aggredito a San Nicandro Garganico (Foggia) da un consigliere comunale implicato in un giro sospetto di diplomi falsi, ha condotto l’inchiesta prevalentemente sul territorio campano, intervistando gestori di istituti paritari, registrando dichiarazioni sui modi facili per conseguire il diploma a prezzi notevoli (fino a 9.800 euro, ma in alcuni casi si può arrivare anche a 15.000). Risultanze che hanno confermato in pieno quanto descritto nei dossier di Tuttoscuola, che ha scelto di non fare nomi (ci interessa denunciare il fenomeno generale che rappresenta una ferita per il sistema educativo e per il Paese, mentre spetta alle autorità competenti verificare chi non rispetta le norme).

Un dato costante emerso dalle dichiarazioni raccolte e dalle verifiche effettuate in loco dalla troupe televisiva è stato quello della sistematica non presenza a scuola degli studenti. Come volevasi dimostrare.

In proposito, l’Azzolina, dopo avere ricordato l’obbligo di frequenza per tre quarti del monte ore delle lezioni, ha rimarcato la mancanza del registro elettronico (non ancora obbligatorio a causa del ritardo di predisposizione del previsto decreto ministeriale come ricordato da Tuttoscuola) che consentirebbe il controllo della presenza degli studenti. L’ex-ministro ha anche ricordato la grave carenza dell’organico dei dirigenti tecnici preposti alle ispezioni, richiamando, a confronto, la notevole maggiore consistenza degli ispettori in altri Paesi europei.

La segretaria Fracassi ha convenuto sulla necessità di attivare lo strumento di controllo della presenza degli studenti degli istituti paritari e, a proposito dei controlli, ha richiamato anche l’esigenza (riportata dai dossier di Tuttoscuola) di effettuare controlli presso l’INPS per accertare il rispetto della contribuzione per i docenti degli istituti e anche per i cosiddetti studenti lavoratori iscritti in taluni istituti paritari. E ha anche giustamente ricordato il valore strategico, e sottovalutato, dei Cpia per prevenire il ricorso ai diplomi facili da parte degli adulti.

E’ stata poi evidenziata nel corso del dibattito la necessità di interventi rigidi per verificare lo stato di parità degli istituti, sottintendendo l’esigenza di una revisione legislativa della legge (la 62/2000). E in quel frangente sono state fatte considerazioni sul generale finanziamento alle scuole paritarie, apparse poco convincenti perché hanno messo sullo stesso piano opinioni sul valore del servizio svolto dal vasto mondo che rappresenta legittimamente la scuola paritaria e un ristretto numero di soggetti che ne sfruttano indebitamente il buon nome dando luogo al fenomeno dei diplomi facili.  

Nel corso della trasmissione, infine, un’anonima ex-ispettrice ha parlato di connivenza di funzionari con alcuni istituti paritari sospettati di diplomificio. Un quadro davvero poco edificante, sul quale ha squarciato il velo l’inchiesta di Tuttoscuola, senza la quale non si avrebbe avuta contezza a livello di opinione pubblica delle dimensioni e delle caratteristiche del fenomeno, e non se ne sarebbe potuto parlare se non nei termini generici e occasionali del passato.

Ora si aspettano le mosse del Ministero dell’istruzione e del merito. Tutto lascia pensare che il ministro Valditara – che sul tema ha mostrato decisione e chiarezza di idee – si prepari a presentare il piano di contrasto ai diplomifici annunciato dopo l’uscita del dossier di Tuttoscuola

Per approfondimenti:

Maturità, boom di diplomi facili. IL DOSSIER DI TUTTOSCUOLA
IL GRAN BAZAR DEI DIPLOMIFICI. Seconda puntata dell’inchiesta di Tuttoscuola
Diplomifici: un decalogo per metterli KO

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