Diplomifici: classi collaterali, i contenitori che portano al diploma facile

Il dossier di Tuttoscuola sui diplomifici, “Maturità: boom di diplomi facili”, prende in esame anche una particolare condizione che facilita l’accoglienza di tanti candidati venuti da lontano, le classi collaterali. Normalmente a un istituto non statale viene concessa la parità a diverse condizioni, tra cui quello di disporre di corsi interi dal primo al quinto anno, ma, quando il numero di iscritti ad una classe aumenta, l’istituto può chiedere l’autorizzazione ad istituire una classe parallela, cioè una classe collaterale. Senza quella classe in più, non sarebbe possibile accogliere i tanti nuovi iscritti entrati con l’esame di idoneità o integrativo al quinto anno. Una classe collaterale deve, però, essere preventivamente autorizzata dall’USR prima dell’inizio dell’anno scolastico con richiesta documentata che comprende anche l’elenco nominativo degli alunni in sovrannumero (quando l’USR nega l’autorizzazione scattano spesso ricorsi legali molto aggressivi). Anche nel caso delle classi collaterali abbiamo approfondito nel nostro dossier i dati del Ministero dell’istruzione e del merito.

In base agli ultimi dati disponibili, nell’anno scolastico 2020-21 le classi collaterali sono state autorizzate in poco meno di un terzo dei 1.463 istituti paritari allora funzionanti (445 pari al 30,4%) per un totale complessivo di 664 classi. Napoli, con 137 istituti interessati su 201, detiene questo “primato” con 266 classi collaterali autorizzate, seguita da Salerno con 87 istituti su 102 e 127 classi collaterali; poi segue Roma con 56 istituti su 180 e 66 classi collaterali. In sostanza l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha autorizzato quell’anno la costituzione di 462 classi collaterali, mentre altri USR – che ricevono domande molto inferiori – sono estremamente restrittivi nel rilasciare le autorizzazioni. Al nord infatti ben altra musica, con Milano che ha avuto soltanto un istituto interessato su 96 esistenti, e una sola classe collaterale autorizzata; Torino un solo istituto su 39 e una sola classe collaterale.

Il decreto ministeriale n. 83 del 10 ottobre 2008 ha previsto che “Per le classi terminali della scuola secondaria di II grado il gestore può chiedere, con adeguata motivazione, entro l’avvio dell’anno scolastico, l’autorizzazione al Direttore scolastico regionale per una sola classe collaterale qualora gli studenti neo-iscritti non possano essere inseriti nelle classi esistenti”.

È ben strano che il decreto si sia occupato non delle classi intermedie, ma proprio di quelle terminali.

Quando l’autorizzazione viene richiesta – normalmente in luglio – gli esami di idoneità si sono già svolti e i nuovi studenti sono pronti (legittimati dall’idoneità acquisita) ad entrare in una classe predisposta per loro. Difficile a quel punto fermare la macchina, e gli USR sono costretti ad autorizzare la classe collaterale: di norma una sola, ma, se nell’istituto ci sono vari indirizzi, possono essere richieste e autorizzate tante classi collaterali quanti sono gli indirizzi presenti.

Gli esami di idoneità e le classi collaterali sono condizioni propedeutiche ad avviare l’anno scolastico che, con alcuni escamotage, li porterà verso il diploma facile.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, dopo la pubblicazione del dossier di Tuttoscuola sui diplomifici, ha annunciato indagini sugli istituti sospetti, ma dovrebbe ripensare innanzitutto a quel decreto che, per certi aspetti, legittima le classi collaterali.

Per togliere l’acqua ai pesci occorrerebbe annullare quel decreto compiacente del 2008, e forse potrebbe non bastare.

Probabilmente occorrerà mettere mano alla norma primaria, cioè alla legge 62/2000 sulla parità scolastica, per introdurre integrazioni che, alla luce di quanto sta avvenendo, impediscano il costituirsi di condizioni facilitatrici, facendo, comunque, attenzione a separare nettamente il grano dal loglio.

E’ possibile scaricare il dossier integrale di Tuttoscuola “Maturità: boom di diplomi facili” cliccando qui

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Leggi il dossier “Il gran bazar dei diplomifici. I luoghi, il business, le scappatoie”

 

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