Diplomi falsi e autocertificazioni ‘fai da te’

Sono dunque 111 gli iscritti al registro degli indagati dalla magistratura romana, dopo la lunga fase di indagini dei Carabinieri della capitale che ha permesso di rivelare un campionario di falsi per ottenere l’iscrizione in graduatoria e con quella il posto di lavoro nelle scuole.

Tuttoscuola seguiva da oltre un anno l’indagine dei CC e ne aveva anticipato il preoccupante andamento (cfr. Tuttoscuolanews 14 luglio 2003). Dicevamo nei mesi scorsi sulla nostra rivista: diplomi falsi per posti veri.

La stampa nazionale, soprattutto nelle edizioni di Roma, ha dato risalto alla notizia ufficializzata dal magistrato inquirente.

Si tratta di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e direttori dei servizi amministrativi, quasi tutti di origine campana, che in questi anni, grazie a diplomi di maturità mai conseguiti ma comprati per qualche migliaio di euro (si parla di 5 mila euro per un diploma “falso di zecca”) e, grazie anche al prezioso accessorio di certificazioni di servizi mai prestati ma dichiarati da istituti scolastici compiacenti del casertano e del napoletano, riuscivano ad ottenere punteggi elevati in graduatoria per le supplenze annue.

È indagato anche un ex-funzionario del CSA di Roma che dall’interno dell’Amministrazione avrebbe tenuto le fila del lucroso affare.

Probabilmente il giro è molto più ampio di quello scoperto con i 111 rinviati a giudizio.

Con tutta probabilità l’affaire durava da tempo e si era specializzato negli ultimi anni grazie anche alle tecnologie di riproduzione di atti e al minor controllo dovuto alla semplificazione amministrativa che, per favorire il cittadino, consente anche di non presentare i documenti in originale, ma di produrne la autocertificazione.

Un fai da te che, come ha già denunciato Tuttoscuola mesi fa, consente in certe fasi di inserimento dei dati per le graduatorie, di immettere a sistema punteggi per servizi mai prestati, perforando con incredibile facilità la sicurezza del sistema telematico.