Diplomati magistrali: al capolinea la storia infinita dei cancellati dalle GAE

Il decreto legge salva-precari, abbandonato prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre a non aver potuto dar vita a diversi provvedimenti a favore del personale docente precario, sembra proprio aver posto una pietra tombale sulla storia infinita dei vecchi diplomati magistrali.

Lo spiega chiaramente anche la relazione illustrativa che accompagnava quel decreto legge mai nato, dove si chiarisce che “in considerazione del fatto che sopravverranno, anche nel corso dell’anno scolastico 2019/2020, un cospicuo numero di provvedimenti giurisdizionali che faranno venire meno, con effetto ex tunc, le decisioni cautelari sulla base delle quali i diplomati magistrali sono stati destinatari dei provvedimenti di immissione in ruolo ovvero di contratti a tempo determinato, vengono prorogati anche gli effetti del comma 1 bis dell’articolo 4 del decreto legge citato, disponendo che, al fine di salvaguardare la continuità didattica nell’interesse degli alunni anche per tutta la durata dell’anno scolastico 2019/2020, le istituzioni scolastiche statali provvedono a dare esecuzione alle decisioni giurisdizionali, fermo restando il depennamento dalle Graduatorie ad esaurimento presso cui i docenti erano inseriti con riserva, nei seguenti termini:

– trasformando i contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati con i docenti di cui al comma 1 in contratti di lavoro a tempo determinato con termine finale fissato al 30 giugno 2020;

– stipulando con i docenti di cui al comma 1, in luogo della supplenza annuale in precedenza conferita, un contratto a tempo determinato con termine finale non posteriore al 30 giugno 2020”.

I diplomati magistrali erano già stati quasi salvati una prima volta in nome della continuità didattica dei loro alunni, ma questa volta le sentenze di cancellazione dalle GAE avranno effetto definitivo senza proroga di alcun tipo del rapporto di lavoro attivato.

I diplomati magistrali che erano entrati in ruolo erano oltre 6.600 e quelli che avevano ottenuto una supplenza annuale o fino al 30 giugno sembra che siano alcune decine di migliaia.

L’ultima speranza (legata ad un filo) di un loro recupero è che il nuovo Governo vari un provvedimento d’urgenza, ma, considerando che quel decreto legge era stato bloccato dal M5S con il “salvo intese” (per altri aspetti), la speranza che i pentastellati si ricredano e diano l’ok sembra molto remota.

Soltanto il premier incaricato Conte potrebbe far propria la questione, visto che ad aprile aveva sottoscritto con i sindacati l’accordo sul salvataggio dei precari.