Gli sconfitti del mancato decreto salva-precari

Il mancato decreto legge salva-precari che, dopo un tormentato varo in Consiglio dei ministri il 6 agosto scorso non è nemmeno stato promulgato dal Capo dello Stato a causa di quel ‘salvo intese’ e, tanto meno, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, lascia su campo molte vittime.

Escono sconfitte innanzitutto le aspettative di decine di migliaia di precari che speravano nell’obiettivo della stabilizzazione attraverso l’organizzazione di nuovi Percorsi Abilitanti Speciali (PAS), e il varo dei bandi dei concorsi straordinari riservati; e si spengono anche le ultime speranze dei diplomati magistrali cancellati dalle GAE.

Non escono certamente soddisfatti i sindacati della scuola non solo perché vedono vanificata la difesa e il sostegno del personale rappresentato, ma soprattutto perché il mancato varo del provvedimento rappresenta una sconfitta politica, in quanto ad aprile, a pochi giorni dalle elezioni europee, avevano  revocato lo sciopero generale della scuola per stipulare con il premier Conte l’accordo sui precari, mentre i sindacati minori criticavano l’accordo e soprattutto la rinuncia alla mobilitazione della categoria come era avvenuto con successo con la Buona Scuola.  

Non sono certamente soddisfatti di questa inatteso flop dell’attuazione dell’accordo i parlamentari della Lega, sorpresi dai veti del M5S in Consiglio dei Ministri che (c’era già aria di crisi) si erano rifugiati in un ‘salvo intese’ che sapeva un po’ di ripicca.

Nemmeno il premier incaricato, Giuseppe Conte, può ritenersi soddisfatto dalla conclusione inattesa di questa storia: ci aveva messo la faccia, insieme al ministro Bussetti, quattro mesi fa, scongiurando uno sciopero generale che avrebbe potuto fare male alla maggioranza di Governo alla vigilia delle elezioni.

Come tutti gli altri, Conte è rimasto a mani vuote e ora, se sarà confermato premier, toccherà proprio a lui riprendere il bandolo della matassa e cercare, con dovuta urgenza e lucidità, di dare priorità al precariato, prima ancora di sostenere, come annunciato, l’obiettivo della riduzione del numero di alunni per classe.