Diplomati magistrali: a chi il cerino finale per chiudere la partita?

“Gigante, pensaci tu” era lo slogan pubblicitario di un Carosello televisivo di tanti anni fa, quando, di fronte ad una emergenza, si invocava l’intervento di un gigante buono che sapeva risolvere qualsiasi situazione intricata.

Sta capitando la stessa invocazione miracolistica oggi, di fronte alla intricata situazione dei diplomati magistrali.

Tutti sono d’accordo, sindacati e partiti, sull’obiettivo finale di dare soluzione al problema, ma sul come fare e su chi salvare, su come dare attuazione all’ambigua parola di “contemperare i diversi interessi” c’è molto meno consenso, anche perché ciò implica indicare quale gruppo di docenti privilegiare all’interno di questa variegata famiglia di precari.

Per il dettaglio, insomma, deve pensarci il gigante di turno, il ministro o il Parlamento. Se la sbrighi lui, il gigante salvatore, questa gatta da pelare, perché gli altri sono impegnati a cercare il consenso politico. Entrare nel dettaglio non paga, come sembra stia succedendo alla mozione di Forza Italia che ha “osato” precisare chi ha diritto al salvataggio e chi no, chi deve precedere in graduatoria e chi deve seguire. Meglio, invece, tenerselo buono quel mondo di precari scalpitanti cui tutti hanno promesso tutto; meglio lasciare ad altri il compito rognoso di trovare la soluzione, salvo poi essere pronti a criticarla per rimanere “puri”, e colpevolizzare gli altri chiamati a scottarsi per togliere le castagne dal fuoco.