Diplomati magistrali, Pittoni (Lega): ‘Aperti tre fronti per uscire dall’emergenza’

Il senatore Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega, si è posto al centro delle iniziative politiche per cercare di dare una soluzione urgente al problema dei diplomati magistrali, esclusi dalle GAE per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso.

Nei giorni scorsi, dopo avere avuto diversi incontri con rappresentanti sindacali, ascoltando proposte e presentando sue iniziative, sfociate in una mozione presentate l’8 maggio scorso, ha fatto il punto della situazione alla vigilia del varo del nuovo Governo in cui proprio il partito del senatore potrebbe avere un ruolo importante, forse anche nelle politiche scolastiche.

«Sulla vicenda dei diplomati magistrali, “retrocessi” da una sentenza del Consiglio di Stato – puntualizza il senatore Pittoni – la Lega è attiva su tre fronti:

1) Richiesta di coinvolgimento di tutte le parti interessate nelle scelte per evitare nuovi pasticci, che ha già prodotto un primo tavolo di confronto;

2) Presentazione in anticipo rispetto alla formazione del Governo (per svelenire il clima sviluppatosi tra interessati e contro interessati) dell’annunciato disegno di legge sostitutivo del comma 131 della “Buona scuola” in base al quale dopo 36 mesi da insegnante precario, se non vieni assunto a tempo indeterminato, sei lasciato a casa disperdendo il bagaglio di esperienza maturato (la nuova versione reinterpreta la normativa europea non più a danno, bensì a favore dei lavoratori);

3) Abbiamo infine depositato e siamo pronti a portare in Aula appena possibile una mozione che “impegna il Governo ad assumere iniziative, anche legislative urgenti, volte a una soluzione politica – chiesta unanimemente dalle parti sociali – che da una parte arrivi in tempo utile per assicurare la regolarità delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019 e dall’altra tenga conto della necessità di rispettare dignità e aspettative di tutte le categorie di docenti precari interessate, per agevolarne il percorso ed evitare il generarsi di ulteriori criticità”. Altro al momento, conclude Pittoni, con le commissioni non ancora operative, il Parlamento non può fare».