Dimensionamento. Il Sud fa resistenza

Lucrezia Stellacci pessimista sull’impegno delle regioni meridionali per la nuova rete scolastica

Dopo l’intervento su Ilsussidiario.net dell’ex-ministro Berlinguer che ha condiviso la riforma della rete ritenendola un’operazione doverosa e sufficiente (Una cosa sono le politiche educative in tempo di pace, altra cosa è la situazione in tempo di guerra), un altro autorevole parere, sempre su Ilsussidiario, è venuto dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Puglia, Lucrezia Stellacci.

Anche la Stellacci ha convenuto sulla necessità dell’intervento e, a proposito della costituzione degli istituti comprensivi, si è detta convinta che non vi saranno problemi per la salvaguardia della qualità del servizio, in quanto il modello dei comprensivi può far bene alla scuola; certo è che se ci si fissa sui numeri ponendo schemi rigidi, è facile a quel punto incorrere in operazioni ragionieristiche che non possono portare buoni frutti per il livello della formazione.

La questione generale che preoccupa di più secondo il direttore generale pugliese è la notevole differenza di comportamenti tra le regioni settentrionali e quelle meridionali.

Una discriminante che si farà sentire – ha osservato – è dovuta al fatto, e lo ripeto, che specialmente nelle Regioni del nord il lavoro di razionalizzazione è già stato fatto con grande competenza e senso di responsabilità, anche se forse gli ultimi interventi avrebbero dovuto essere condivisi con le Regioni e non decisi autonomamente dallo Stato.

Per quanto riguarda il Sud la Stellacci è pessimista: Diverso è il discorso per il sud. Penso che qui lo Stato debba essere più risoluto, perché altrimenti le regioni e gli enti locali non fanno – e non faranno in questo caso – proprio nulla.