Dibattito sull’IA/2. Svolta irreversibile, verso un nuovo paradigma educativo

Disclaimer. Ultime avvertenze prima della rivoluzione” è un progetto, ideato dal Corriere della Sera insieme al Cineca, che da settembre a dicembre 2025 si svolge in dieci università italiane per poi proseguire nel 2026. L’intento dei promotori è quello di stimolare il pensiero critico e la consapevolezza delle nuove generazioni, chiamate a costruire il futuro, attraverso incontri, workshop, masterclass e lectio magistralis sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e in quello dei sistemi educativi partendo dal presupposto che l’avvento dell’IA è un punto di non ritorno – piuttosto un punto di svolta in avanti, una rivoluzione – nella storia dell’umanità.

Una quarta rivoluzione nell’epoca moderna, per dirla con Luciano Floridi, dopo la prima di Copernico, che ha tolto all’uomo l’illusione di essere al centro dell’universo, la seconda di Darwin, che gli ha sottratto lo scettro della sua diversità dalle altre specie biologiche, e la terza, la scoperta dell’inconscio da parte di Freud, che ne ha messo in discussione le certezze fondate sulla presunta inconfutabilità della logica razionale.

L’avvento della quarta rivoluzione inserisce gli individui in un fitto reticolo di informazioni, un flusso continuo di dati, stimoli, avvisi, notizie, la cosiddetta infosfera, alla quale bisogna prepararsi fin dal momento della formazione di base dei giovani, che non sarà più a base alfabetica ma costitutivamente multimediale. Si tratta di una prospettiva ipertecnologica, totalmente opposta a quella “umanista” presentata nella notizia precedente? Non necessariamente, perché l’IA è un mezzo, e non è detto – diversamente da quanto previsto da Marshall McLuhan – che essa diventi anche il messaggio: essa è una forma, per dirla con Aristotele e Kant, il cui contenuto dipende da scelte culturali e pedagogiche, in buona parte condizionate da decisioni politiche. Per quale ragione non si dovrebbe utilizzare la IA per studiare la Divina Commedia o una statua di Prassitele? O anche la storia e la geografia, o una lingua straniera, con lo straordinario approccio immersivo consentito dall’IA?

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