DIARIO. Concita De Gregorio è di destra?

Se lo è chiesta lei stessa in un articolo su Repubblica (3 marzo 2024) nel quale ha detto di apprezzare la proposta del ministro Valditara di introdurre classi separate di accompagnamento (o corsi pomeridiani di potenziamento) per alunni stranieri in presenza di “importanti deficit” in italiano e eventualmente in matematica. Una proposta, scrive De Gregorio – da una vita politicamente a sinistra (è stata anche direttrice dell’Unità tra il 2008 e il 2011) – che è stata invece accolta, dice lei, da “cori di sdegno da sinistra”.

Ma “cosa c’è di sbagliato?”, scrive la giornalista in polemica frontale con i politici e i sindacalisti che hanno respinto la proposta di Valditara sulle classi separate che sarebbero secondo loro addirittura “un ghetto”. Caso mai il problema è quello di trovare le risorse finanziarie e umane per tradurre in pratica l’idea, che però in sé è giusta.

Coraggiosa e in controtendenza la De Gregorio, come quando fece sapere di aver eliminato tutti i suoi account sui social “che ci rendono schiavi” (scelta che ho fatto anch’io qualche mese fa). Secondo lei anche la polemica da sinistra sul “merito” è sbagliata. Ecco cosa scrive: “Trovo insopportabile l’idea che il merito, la competenza, lo studio e la fatica che si fa per ottenere un risultato, la disciplina e il rigore che servono siano concetti distintivi del peggior conservatorismo. Mi pare francamente stupido, e pericoloso, lasciare a chi incarna valori fascistissimi l’unico strumento che ci emancipa dalla possibilità di riconoscere i fascismi, appunto, e i dispotismi: il sapere. Se non sai non hai nessun potere”.

Sottoscrivo parola per parola, facendo sommessamente osservare che lo diceva anche Gramsci. Era di destra?

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA