Di Menna: ‘no al mercato delle opzioni’

“Hanno fatto un pasticcio, ora devono fare marcia indietro e coinvolgere il sindacato”.
Non usa giri di parole Massimo di Menna, leader della Uil-scuola, nel fotografare il passaggio attuale della riforma Moratti.
Rispetto alla chiusura totale opposta dalla Cgil al tentativo del ministro di riavviare, almeno in apparenza, un dialogo con i sindacati, seguita in questo a quanto pare dalla Cisl, la Uil-scuola ha mostrato una disponibilità maggiore a discutere sui contenuti (il prossimo incontro al Miur è fissato per il 25).
Ma il giudizio su come si è finora dispiegata la politica scolastica del governo di centro-destra resta severo.

Davanti alla platea di delegati eletti nelle Rsu, riunita fino a mercoledì a Fiuggi per la Conferenza di organizzazione del sindacato, Di Menna ha rivendicato con forza il ruolo distintivo di un sindacato “che non dice solo di no”, che è disponibile a discutere sui contenuti e sul merito dei problemi, senza preconcetti, ma che non è disposto a fare sconti su alcuni punti chiave: le nuove figure di supporto nella scuola dell’infanzia, previste dal decreto e senza le quali non possono partire gli anticipi; gli organici, che devono essere confermati non solo per il prossimo anno, restituendo serenità ai lavoratori. E poi, ok all’insegnante di riferimento nella scuola elementare, ma no alla rigidità delle 18 ore.

Ma quello che sembra stare più a cuore al sindacato “riformista”, come l’ha definito il segretario generale della Confederazione Luigi Angeletti – che si è congratulato per il risultato ottenuto dalla Uil-scuola nelle elezioni per le Rsu – tocca la filosofia stessa di una riforma della scuola: un secco rifiuto del “supermarket dell’offerta formativa”, dove ogni famiglia decide che tipo di lezione avere, in una sorta di “mercato delle opzioni”. E’ il rischio, fa capire Di Menna, che sta dietro al “meccanismo delle opzioni, che non da’ garanzie di qualità”. Qual è la stella polare cui far riferimento per non scivolare su questo crinale? Il segretario della Uil-scuola non ha dubbi: l’autonomia delle scuole. Il pallino nella definizione dell’offerta formativa, sembra di capire, deve rimanere alle istituzioni scolastiche.
E ha prospettato anche una strada innovativa per uscire dall’impasse attuale: se non si vuol modificare il decreto, si pensi a un nuovo provvedimento che “leghi”, rendendoli compatibili, il primo decreto attuativo, la normativa sull’autonomia e il contratto.

Nell’impeccabile cornice del teatro delle Terme di Fiuggi, in un clima denso di soddisfazione per gli esiti delle elezioni di dicembre per le Rsu, il tesoriere nazionale Piero Bottale ha ricordato il traguardo raggiunto di oltre 111 mila preferenze. In particolare ha sottolineato un dato evidenziato nell’analisi del voto contenuta nell’ultimo numero di Tuttoscuola: tra l’elettorato “libero” (cioè senza tessere sindacali) la Uil-scuola è il secondo sindacato, avendo intercettato lì più della metà dei propri voti, con una percentuale vicina al 15%.