
Devolution in arrivo. Che cosa cambia per la scuola/1
Il testo della riforma costituzionale, approvato in prima lettura dal Senato a maggioranza il 25 marzo 2004, attribuisce alle Regioni la potestà legislativa esclusiva in alcune materie relative alla scuola, insieme alla sanità e alla polizia locale.
La strada è ancora lunga (servono altri tre passaggi parlamentari senza emendamenti e, in assenza di un accordo con l’opposizione, un possibile referendum confermativo), ma se il quadro politico non muta, entro la corrente legislatura l’impianto istituzionale del nostro sistema scolastico e formativo potrebbe essere profondamente cambiato rispetto a quello configurato dall’attuale art. 117 della Costituzione.
Questo articolo, così come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, anch’essa approvata a maggioranza (ma era quella di centro-sinistra), e poi sottoposta a referendum confermativo per l’approvazione definitiva, colloca l’”istruzione” nell’elenco delle materie a competenza concorrente tra Stato e Regioni, ma con esclusione dell’”istruzione e formazione professionale”, che rientra nella competenza esclusiva delle Regioni. Una situazione dunque costituzionalmente asimmetrica, che si riflette nella legge n. 53/2003 laddove si prevede che i decreti legislativi riguardanti il sistema di istruzione e formazione professionale siano adottati “previa intesa” con la Conferenza Stato-Regioni, mentre per i decreti relativi al sistema di istruzione (per esempio quello già varato per il primo ciclo) basta l’acquisizione di un “parere”. Asimmetria che rischia di creare situazioni di conflittualità istituzionale e di rendere più difficile la costruzione della pari dignità culturale tra i percorsi del sistema liceale e quelli del sistema dell’istruzione e formazione professionale.
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