Delusione per rinvio sentenza che potrebbe mettere ko la Gelmini

Il piano programmatico, previsto dall’articolo 64 della legge 133/2008 per la revisione del sistema di istruzione, è il perno attorno al quale hanno ruotato tutti i regolamenti di attuazione delle riforme Gelmini, dal riordino del primo ciclo, dei licei e degli istituti tecnici e professionali al ridimensionamento della rete scolastica.

Uno strumento fondamentale, dalla natura incerta e dalla funzione generatrice determinante, che l’Amministrazione scolastica ha utilizzato per preparare i processi di riforma prima ancora che i relativi regolamenti fossero in vigore. Circolari, ordinanze e decreti ministeriali sono stati emanati sulla base di quel piano, nella previsione dei regolamenti che successivamente, formalmente e sostanzialmente, sono arrivati a legittimare l’intero processo riformatore.

Sulla correttezza di applicazione del piano programmatico ci sono state riserve e ricorsi, azzerati da un decreto legge di interpretazione autentica, che non ha tuttavia fermato il contenzioso che, bloccato dal Tar, si è appellato al Consiglio di Stato.

La pronuncia del Consiglio di Stato, attesa per il 12 ottobre, avrebbe potuto sortire un effetto dirompente per l’intera manovra di riforma, come si sono augurati i ricorrenti (Coordinamento Genitori Democratici-Onlus, Cidi-Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, 126° Circolo Didattico di Roma) oppure mettere la parola fine a questa storia infinita di ricorsi e controricorsi, come invece si è augurato il Miur.

Ma il Consiglio di Stato ha emesso una ordinanza di rinvio per acquisire dal Miur una “documentata relazione volta a rappresentare la situazione amministrativa a valle della sentenza della Corte costituzionale n. 200 del 2009, con particolare riguardo alle fonti normative dichiarate incostituzionali”. Il termine per la presentazione dei chiarimenti ministeriali è stato fissato al 25 novembre e la nuova sessione del Consiglio di Stato si terrà il 3 dicembre.

Occorrerà, dunque, attendere un altro mese. Esponenti politici vicini ai ricorrenti hanno criticato il Consiglio di Stato, “incapace di decidere”, mentre Francesca Puglisi, Responsabile Scuola Segreteria del Pd, è convinta che al termine di una “vicenda costellata di illegittimità”, il Consiglio di Stato possa valutare in modo compiuto e coerente tutte le contestazioni poste.