Decreto scuola: sindacati si mobilitano. Le richieste
Decreto scuola: i sindacati chiedono il rispetto degli impegni assunti dal Governo e disattesi nel Decreto Legge 126/2019 con misure urgenti per la scuola. E lo fanno con una serie di iniziative che hanno preso il via lo scorso 11 novembre con un presidio dei docenti precari a Montecitorio. Salvaguardare la continuità di servizio dei diplomati magistrali garantendo così anche la continuità didattica, completare l’attuazione del decreto precari e istituire un sistema strutturale di abilitazioni all’insegnamento sono i tre punti al centro del sit-in che ha animato piazza Montecitorio. E non finisce qui. Sul decreto precari oggi, 12 novembre, si è svolta anche un’audizione informale presso le Commissioni VII (cultura) e XI (lavoro) della Camera, in seduta congiunta.
Decreto scuola: un presidio di docenti precari
Secondo le organizzazioni sindacali occorrono una serie di emendamenti al decreto scuola che, in sede di conversione, ne modifichino il testo mantenendo fede ai patti sottoscritti. Successivamente è necessario adoperarsi affinché i percorsi legislativi si concludano nel più breve tempo possibile, e i provvedimenti possano trovare tempestiva attuazione: lo esige la tempistica che regola l’organizzazione e la gestione del sistema scolastico.
Oltre alla mobilitazione dei docenti precari, è in corso anche quella riguardante gli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA, con quattro assemblee interregionali di cui una già svolta sabato scorso a Milano. I sindacati chiedono che sia riconosciuto il valore della competenza professionale acquisita sul campo, di cui tenere conto nei percorsi di accesso al profilo di DSGA.
Decreto scuola: sindacati in audizione alla Camera
Nel corso della audizioni informali presso le Commissioni VII (cultura) e XI (lavoro) della Camera, in seduta congiunta che si è poi svolta oggi, 12 novembre, CISL Scuola, rappresentata nell’occasione dal segretario nazionale Attilio Varengo e da Rita Frigerio, ha raccolto osservazioni e proposte in una “memoria” nella quale è indicata una serie di emendamenti di cui si chiede di tenere conto nel corso della discussione parlamentare. In sostanza, nel testo consegnato ai parlamentari le critiche e le riserve avanzate nei giorni scorsi rispetto a un decreto che ha in parte disatteso gli accordi fra sindacati e MIUR vengono formulate sotto forma di ben definite e specifiche proposte emendative.
“Il decreto legge 126/2019 – si afferma nella memoria presentata alle Commissioni – affronta solo alcune delle numerose emergenze riguardanti il settore dell’istruzione, università e ricerca; auspicando che, per l’urgenza dei temi affrontati, la sua conversione possa avvenire in tempi brevi e che il testo veda accolte integrazioni e modifiche a nostro avviso necessarie per colmarne evidenti lacune e rendere realmente efficaci le misure in esso contenute, l’impegno della nostra organizzazione continua su numerose altre questioni, a partire dal rinnovo del contratto per il quale una fondamentale premessa va posta comunque in sede legislativa”. In apertura, era stata ribadita la necessità di una più complessiva rivisitazione della materia reclutamento, solo parzialmente affrontata dal decreto legge 126 che peraltro, come è noto, interviene unicamente nell’ambito della scuola secondaria.
“La nostra opzione – si legge nella “memoria” – , più volte manifestata e che vogliamo anche in questa circostanza porre all’attenzione, è per un sistema di reclutamento a ‘doppio canale’, ove accanto a procedure concorsuali ordinarie di cui garantire la regolare periodicità, operi un canale di selezione per titoli che riconosca e valorizzi l’esperienza professionale acquisita, offrendo opportunità di stabilizzazione sulla base di regole e strumenti normativi specifici. Un sistema equilibrato, utile anche a prevenire il riproporsi di un contenzioso che spesso ha visto l’Amministrazione soccombente per violazione di direttive comunitarie volte a contrastare l’abuso di lavoro precario”.
Le proposte emendative contenute nella memoria, che investono gli ambiti dell’istruzione, dell’università e della ricerca, riguardano fra l’altro, per quanto riguarda la scuola: il computo dell’anno scolastico in corso ai fini del triennio di servizio che dà accesso alla procedura di reclutamento straordinaria dei docenti, con possibilità di computare ai fini del triennio anche il servizio nei Centri di Formazione Professionale validi per l’assolvimento dell’obbligo; il mantenimento della deroga al possesso dei 24 CFU per chi ha tre annualità di servizio; la possibilità di chiedere l’assunzione in altre regioni anche per i candidati inseriti nelle GM 2016 e 2018 dei concorsi di scuola primaria e dell’infanzia; la proroga di un anno anche per primaria e infanzia della validità delle GM del concorso 2016; estensione agli specializzandi della possibilità di accedere alle procedure straordinarie per il sostegno; il riallineamento della periodicità di aggiornamento delle graduatorie di supplenza delle diverse fasce, anticipando a tal fine quello delle GAE; la deroga dal possesso della laurea per accedere al concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA per almeno un triennio; la proroga per un anno delle misure previste dal decreto dignità per i diplomati magistrali; la possibilità di scorrere la graduatoria degli idonei dell’ultimo concorso al fine della copertura delle disponibilità di posti di dirigente, attenuando nel contempo il vincolo di permanenza nella regione di assunzione.
Decreto scuola e legge di Bilancio: nuovo incontro fra i sindacati e MIUR
Per domani, mercoledì 13 novembre, è inoltre in programma un incontro fra i sindacati e il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, con il duplice obiettivo di ottenere modifiche importanti non solo al decreto scuola ma anche alla legge di bilancio.
Decreto scuola: verso un nuovo sciopero?
FLC CGIL sembra possibilista: “Se la manovra sui nostri settori non verrà profondamente modificata dal Governo e dal Parlamento, in un quadro confederale, non è esclusa nessuna iniziativa di mobilitazione, compreso lo sciopero, per ottenere un piano di investimenti sul comparto ‘Istruzione e Ricerca’ ai fini del rinnovo del CCNL, della stabilizzazione degli organici e del superamento del precariato in tutti i settori”.
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