Ritorno a scuola, è scontro con le Regioni. Governo impugna ordinanza di De Luca

“E’ irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda non apriremo le medie e le elementari. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza“. È quanto dichiarato in una diretta Facebook il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. E mentre anche anche in altre zone di Italia si rimanda il ritorno a scuola – è il caso per esempio di Copertino, in provincia di Lecce – il Governo impugna la decisione di De Luca. “Il governo è intenzionato a impugnare la decisione del presidente della Campania Vincenzo De Luca di tenere chiuse le scuole medie ed elementari“, è quanto si apprende infatti da fonti di Palazzo Chigi. Per l’impugnativa, viene spiegato, è necessario un passaggio in Consiglio dei ministri.

Nel testo dell’ordinanza di De Luca si prevede la sospensione delle attività didattiche in presenza dei servizi educativi per l’infanzia, e dell’attività della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado con decorrenza dalla pubblicazione fino al 29 gennaio. Garantita attività in presenza per inclusione disabili. La “fuga in avanti” di De Luca sarà, però, stoppata sul nascere dal Governo che ha annunciato l’intenzione di impugnare la decisione ma sarà necessario un passaggio in Consiglio dei ministri al momento fissato per il 13 gennaio. Nel decreto legge approvato il 24 dicembre è stata, infatti, prorogata la norma che limita “esclusivamente” alla zona rossa la possibilità agli enti locali di “derogare alle disposizioni” dell’esecutivo in tema di focolai ed elevata diffusione del virus. In alcuni comuni della Calabria e della Puglia la ripresa delle lezioni è stata, comunque, rinviata al 15 gennaio alla luce dell’elevato numero di contagiati.

Tutto quello che dovevamo fare per parlare chiaro, per denunciare le situazioni, lo abbiamo fatto per tempo e prima di tutti gli altri, ma io non mi sento di contemplare questo scivolare dell’Italia verso il disastro. C’è da stare male nel vedere il caos che sta crescendo in Italia in vista del 10 gennaio”, ha detto De Luca nel corso della sua diretta Facebook.

“Ho la sensazione – ha aggiunto il governatore della Campania – che si mettano in piedi provvedimenti che finiscono per trasformare i nostri bambini in cavie sull’altare della politica politicante, dell’opportunismo e degli ideologismi. Questo capita quando si fanno scelte a prescindere da quella che è la realtà. E a volte le immagini pubbliche sono esattamente il contrario della verità, cioè chi prende queste misure apparentemente favorevoli al mondo della scuola fa esattamente il contrario, cioè prende misure che sono contro il mondo della scuola”.

Intanto, nonostante la dichiarazione del Governo, nemmeno a Copertino, in provincia di Lecce, si tornerà a scuola in presenza lunedì, 10 gennaio. La sindaca, Sandrina Schito annuncia, infatti, una ordinanza con la quale disporrà per il momento per una settimana, la didattica a distanza. Nel comune di circa 24mila abitanti il focolaio di contagi sarebbe partito da due feste, entrambe organizzate il 22 dicembre, per uno scambio di auguri tra studenti in vista del Natale. “I contagi sono ancora aumentati, siamo a 1.087 positivi – spiega la sindaca – ma essendo saltato in parte il tracciamento possono essere e sono sicuramente molti di più, moltissimi in fascia pediatrica e ragazzi giovani. Questa è la ragione per cui, avendo sentito le dirigenti scolastiche e avendo ricevuto anche una nota dei pediatri, ascoltato numerose famiglie e vista la situazione generale, ho voluto confrontarmi con il dottor Alberto Fedele, responsabile del dipartimento di prevenzione della Asl e ho informato il prefetto sulla decisione di emanare una ordinanza che consenta alla scuola di proseguire con una modalità di didattica differente da quella in presenza”.

”Per questa settimana – aggiunge la sindaca – con l’ordinanza dispongo che si faccia lezione non in presenza, a tutela dei nostri ragazzi e delle famiglie“.

Visto che, a quanto dicono gli esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa variante Omicron, credo che se non siamo passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità“. Questo il commento rilasciato all’ANSA dal presidente lombardo dell’Associazione Nazionale Presidi, Matteo Loria, a proposito della decisione del governo di non riaprire le scuole con la didattica a distanza. “Lunedì, quando riapriranno gran parte delle scuole lombarde – aggiunge Loria, che e’ preside di un’istituzione di Vigevano – sarà come andare alle Termopili“.

 

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