Dante e l’Intelligenza artificiale, un viaggio tra mente umana e creatività digitale

Nell’esplorare le profondità della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, ci si imbatte in un viaggio epico che, sebbene radicato nel contesto medievale, risuona con straordinaria rilevanza nel panorama tecnologico moderno, specialmente nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA). Per il Dantedì all’Istituto Comprensivo di via Poseidone in Roma, tutti gli studenti delle seconde classi della secondaria di primo grado (circa 150 alunni) hanno partecipato nel teatro della scuola al convegno dal titolo: “Dante un viaggio dalla mente all’uomo attraverso l’intelligenza artificiale”. Relatori la Dirigente Scolastica dell’Istituto, Annalisa Laudando appassionata studiosa e profonda conoscitrice del sommo poeta, e il tecnologo, Alfonso Benevento esperto in IA che ha svolto la ricerca sulle analogie tra la divina commedia l’intelligenza artificiale e la cultura digitale.

Le affinità tra la “Divina Commedia” di Dante Alighieri e l’intelligenza artificiale (IA) emergono non tanto dalla somiglianza diretta dei contenuti, quanto piuttosto dall’intersezione di temi universali e anche dalla natura profondamente umana delle questioni che entrambi affrontano. I collegamenti metaforici offrono spunti di riflessione sulla condizione umana, sul progresso tecnologico e sulle sfide etiche che caratterizzano la nostra epoca. Un modo affascinante di esplorare come temi letterari classici possano rispecchiare questioni e sfide contemporanee nell’ambito della tecnologia. Un esperimento quello della scuola in cui gli studenti coinvolti attivamente nella discussione hanno potuto esprimere le loro idee, dibattendo sulla congiunzione tra letteratura e Intelligenza Artificiale, spaziando nei contenuti, riflettendo sull’importanza delle conoscenze e delle competenze personali e collettive.

La “Divina Commedia” di Dante Alighieri e l’intelligenza artificiale (IA), trovano perciò diversi punti di contatto principalmente a livello simbolico e tematico. Non somiglianza diretta pertanto tra il contenuto dell’opera letteraria e la tecnologia dell’IA, quanto la loro capacità di sollevare questioni profonde riguardanti la natura umana, l’etica, la conoscenza e la ricerca di comprensione e miglioramento. L’arte letteraria classica e le frontiere della tecnologia moderna possono quindi dialogare, offrendo spunti per comprendere e navigare le complessità del mondo contemporaneo e le aspirazioni umane. Virgilio e Beatrice guidano Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, offrendogli saggezza, protezione e ispirazione.

Analogamente, diversi aspetti dell’IA possono essere visti come guide nel viaggio dell’umanità verso la conoscenza, la soluzione di problemi e l’esplorazione di nuovi orizzonti. Navigare tra etica e morale, l’importanza della responsabilità, l’esplorazione del potenziale umano, sono solo alcuni spunti offerti dalla “Divina Commedia” per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale che sia consapevole, etica e umanamente impegnata, sottolineando l’importanza di un approccio olistico che integri conoscenza, etica e innovazione tecnologica. Dante ci insegna che il viaggio umano, sia letterario sia tecnologico, è intrinsecamente legato alla ricerca di conoscenza, al superamento delle sfide e all’aspirazione verso un’esistenza migliore. Affrontando le questioni etiche dell’IA con la saggezza dantesca, possiamo aspirare a un futuro in cui la tecnologia realizza il suo potenziale più elevato per il bene dell’umanità.

All’IC Poseidone docenti e studenti hanno quindi vissuto il Dantedì all’insegna del passato che si coniuga col presente gettando le basi al futuro. La cultura umanistica che si fonde con quella scientifica, la tecnologia vista non come puro esercizio tecnico ma come arricchimento culturale che trae spunti anche dalla cultura classica strutturandoli in chiave moderna.

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