Damilano (L’Espresso): l’assenza dei media nel dibattito sulla scuola

Intervenendo al convegno del 2 ottobre “Ridurre la dispersione è possibile “, in cui è stato presentato il dossier di Tuttoscuola “La scuola colabrodo”, subito dopo i relatori “politici”, il direttore dell’Espresso, Marco Damilano, ha riconosciuto in primo luogo, da giornalista, che i media italiani hanno quasi sempre dato scarsa attenzione e rilievo alle tematiche educative, ignorandone di fatto i problemi di fondo, in particolare quello della dispersione. La decisione di dedicare proprio a questo tema la copertina del settimanale da lui diretto, insieme a un servizio che ha ripreso e rilanciato il dossier di Tuttoscuola “La scuola colabrodo”, è stata da lui presa anche con l’intento di interrompere il lungo silenzio della stampa sul gigantesco spreco di risorse provocato dagli alti tassi di abbandono degli studi.

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Dal 1995 in avanti si sono succedute numerose riforme, ha osservato Damilano, ma nessuna ha affrontato la questione della dispersione, rimasta ai margini dell’agenda politica. Eppure si trattava, e tuttora si tratta, di una grande questione politica, che riflette una diversa visione della società e in essa del compito della scuola: se essa debba includere o escludere, essere funzionale a un modello di convivenza individualistico e competitivo oppure cooperativo e solidale.

Si è inoltre sottovalutato, e non se ne ha ancora piena consapevolezza, il carattere di “infrastruttura immateriale” della scuola, importante almeno quanto lo sono le infrastrutture materiali. Anche la scuola va pensata come un ponte tra passato, presente e futuro, ma sarà in grado la scuola italiana, la cui fragilità infrastrutturale è evidenziata da dati come quello sulla dispersione, di affrontare un fenomeno come la rivoluzione digitale senza portarsi dietro o riprodurre le discriminazioni e gli sprechi di capitale umano del passato?