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Dalla pellicola alla finanza: quando il cinema incontra l’economia

Wall Street” e “The Wolf of Wall Street”, due classici del cinema ormai entrati nell’immaginario collettivo come prototipi del film sulla finanza, in particolar modo sulla sua parte più “oscura”. Ma la finanza non è solo popolata da finanzieri avidi. In questo articolo pubblicato sul numero di marzo di Tuttoscuola, il Museo del Risparmio di Torino prova a riequilibrare questa visione estraendo dai film, talvolta non direttamente collegati al denaro, alcuni esempi di “buone pratiche finanziarie”.

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Il cinema può essere infatti un ottimo strumento per fare Educazione Finanziaria. Iniziamo prendendo in esame sei film che spiegano alcuni concetti chiave per il risparmiatore avveduto. Gli ultimi tre, invece, offrono esempi di “cattive pratiche finanziarie”, il cui funzionamento è utile però comprendere così da poterle riconoscere e quindi evitare in futuro.

Nel classico degli anni 60, “Mary Poppins” (1964), i primi “rudimenti del mestiere”: in maniera poco ortodossa, il vecchio direttore di banca spiega il concetto di Tasso di interesse e Rendimento al giovane Michael “invitandolo” a investire i suoi 2 penny in banca invece che spenderli per il mangime per piccioni.

In “Amore con interessi” (1993), storia di un concierge di un lussuoso albergo di New York con il sogno di aprire un proprio hotel, il mezzo scelto per raggiungere l’obiettivo è chiaro: come confida lui stesso, “Non vado in nessun posto, non compro mai niente, non faccio mai niente… Risparmio ogni soldo e passo i miei giorni a lavorare per questo albergo”. Il Risparmio è qui inteso, correttamente, come la libertà di realizzare un progetto.

Chi, dove, quando, cosa, perché e come sono i sei elementi di una Pianificazione – anche finanziaria – vincente. Ce lo spiega, in un famoso monologo, il protagonista di “Inside Man” (2006), che utilizza il tempo passato in prigione per pianificare la rapina del secolo.
Nell’italianissimo “Il Gioiellino” (2011), si delinea in maniera cristallina il concetto di Diversificazione come mezzo per ridurre il rischio. Il ragionamento, qui riferito alla diversificazione del prodotto di un’azienda casearia con l’acquisto di una compagnia di viaggi, può applicarsi al portafoglio finanziario in relazione ai diversi titoli di cui si compone.

Nel classico natalizio “Una poltrona per due” (1983) la scena conclusiva spiega invece perfettamente la dinamica Domanda/Offerta. I due protagonisti intercettano un documento relativo al mercato delle arance: nonostante l’inverno rigido, il raccolto è andato bene, ovveroci saranno tante arance e quindi il loro prezzo scenderà. I due, però, fanno arrivare ai loro rivali un falso rapporto con l’informazione inversa: i raccolti sono andati male e quindi il prezzo salirà.

Un esempio di Copertura del Rischio tramite Hedging, ovvero di prese di posizione di segno opposto, lo troviamo invece nel film “Io Chiara e lo Scuro” (1982): per coprirsi dal rischio della perdita di Nuti, giocatore di biliardo incallito, la fidanzata scommette sulla sua perdita. Se lui vince guadagnano il premio della vincita; in caso di perdita lei vince il premio della scommessa.

Gli esempi continuano nell’articolo pubblicato sul numero di marzo di Tuttoscuola a firma del Museo del Risparmio di Torino.

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