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Dai modelli di organizzazione dell’istruzione primaria e secondaria, fino agli stipendi degli insegnanti: tre nuove pubblicazioni della rete Eurydice
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Nel numero di ottobre della newsletter di Indire si dà notizia della pubblicazione di tre nuovi rapporti curati da Eurydice, la rete europea di informazione e comparazione tra i sistemi di istruzione nazionali.
Il primo, intitolato “The structure of the European education systems”, presenta la struttura dei sistemi di istruzione e formazione – dall’educazione e cura della prima infanzia all’istruzione terziaria – di 39 sistemi educativi europei, corrispondenti ai 37 Paesi partecipanti al programma Erasmus+, con riferimento all’anno scolastico e accademico 2022/2023. La lettura delle informazioni è favorita da una serie di diagrammi nazionali realizzati utilizzando lo stesso modello grafico.
Vengono presentati i diversi modelli di organizzazione dell’istruzione primaria e secondaria e la durata di ciascun livello di istruzione. Lo stesso schema viene seguito nella presentazione dei programmi offerti a livello terziario.
Il secondo rapporto, intitolato “Compulsory education in Europe”, è centrato in particolare sulla durata dell’istruzione e formazione obbligatoria in Europa: età di inizio e di fine dell’istruzione e della formazione, a tempo pieno o a tempo parziale. Una unica tabella mette a confronto le informazioni relative i 37 Paesi che partecipano al programma Erasmus+.
Il terzo rapporto di Eurydice è costituito dall’aggiornamento annuale della consueta pubblicazione riguardante gli stipendi e le indennità degli insegnanti e dei capi di istituto nei 39 sistemi educativi funzionanti nei 37 Paesi, con riferimento all’anno scolastico 2020/2021. Indire segnala che quest’anno, per la prima volta, Eurydice ha pubblicato in precedenza, e come open data a sé stanti, anche le schede con i dati per Paese, raccolti congiuntamente dalle reti Eurydice e OCSE/NESLI.
Il rapporto nota che in numerosi Paesi la carenza di insegnanti ha indotto i governi ad avviare politiche (soprattutto incentivi economici e di carriera) volte ad attrarre verso l’insegnamento gli studenti universitari migliori, e ad evitare che i docenti in servizio abbandonino la professione.
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