Da venerdì 7 un ottobre di scioperi e mobilitazioni per la scuola

L’Unicobas Scuola ha diffuso una nota in cui conferma per venerdì 7 ottobre l’intera giornata di sciopero con manifestazioni di piazza, la principale delle quali si terrà sotto il Ministero dell’Istruzione. Insegnanti e lavoratori della scuola manifesteranno insieme agli studenti che raggiungeranno il dicastero di viale Trastevere partendo dalla Piramide. Allo sciopero hanno aderito anche Sisa, Usi, Ait e Usb.

La pesantissima manovra finanziaria del governo – spiega l’Unicobas in una nota – continua l’opera di smantellamento della scuola pubblica: altri tagli al tempo pieno della Primaria e alle cattedre in ogni ordine e grado di scuola; altri tagli sugli insegnanti di sostegno, altri tagli sul personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Al drastico calo dei finanziamenti per l’istruzione, nel Paese che già spende la più bassa percentuale di Pil nella Ue e retribuisce peggio insegnanti e Ata, s’accompagnano quindi le economie sulla pelle degli alunni con una controriforma minimalista che smantella la qualità del sistema formativo italiano a vantaggio dei diplomifici privati”.

Secondo l’Unicobas “la manovra condanna il grosso dei 130.000 precari alla disoccupazione e introduce un inaccettabile ribaltamento del diritto del lavoro con la clausola dell’azzeramento della carriera per buona parte delle nuove assunzioni”.

La giornata di venerdì vedrà anche sfilare gli studenti, le cui associazioni più rappresentative hanno organizzato cortei e flash-mob in oltre 70 città, tra cui Padova, Venezia, Bologna, Napoli E Roma. Anche l’elenco delle rivendicazioni studentesche è lungo: si va dalla mancanza di fondi per il diritto allo studio, alle classi pollaio, ai tagli agli assegni di ricerca e all’offerta formativa, fino al blocco del turn over, agli alti costi della mobilità locale, nazionale e transazionale.

Quella di venerdì sarà con ogni probabilità la prima di una serie di giornate di protesta nel mese di ottobre che avranno per leitmotiv la scuola. Già sabato 8 toccherà alla Flc-Cgil, che ha aderito alla manifestazione indetta dalla confederazione che alle 14 partirà da Piazza della Repubblica per giungere a Piazza del Popolo: in questo caso la mobilitazione è stata indetta “per contrastare, come emerge dalla manovra, l’accanimento del governo – spiega il sindacato – verso il lavoro pubblico, le pubbliche amministrazioni e il sistema della conoscenza“.

La settimana successiva, il 12 ottobre, si muoverà la Cisl, che ha indetto a Roma gli `Stati generali di scuola, università, ricerca, pubblico impiego, soccorso pubblico e sicurezza’. A spiegarne il senso è il segretario generale, Francesco Scrima: “è una mobilitazione importante che proseguirà ad oltranza finché non otterremo i risultati sperati“: il sindacato è consapevole “delle difficoltà che sta vivendo il Paese, ma anche in questo momento, soprattutto in questo momento, scuola e pubblico impiego devono tornare all’attenzione della politica, perché senza di loro non si va da nessuna parte“.

A chiudere la striscia di proteste del mese di ottobre, sarà la Uil: per il 28 ottobre l’organizzazione guidata da Luigi Angeletti ha proclamato uno sciopero di tutto il pubblico impiego, quindi anche dei comparti Scuola, Università e Ricerca, contro le politiche del governo. Il sindacato ha organizzato una serie di manifestazioni nelle principali città italiane: in particolare, il 14 ottobre a Firenze ed il 21 ottobre a Milano. L’ultima si svolgerà venerdì 28 ottobre a Roma, in corrispondenza dello sciopero nazionale.