Da San Francesco a Greta Thunberg: cronaca di una giornata particolare

Si e svolto non a caso nel giorno di San Francesco, il 4 ottobre scorso, presso la splendida cornice delI’Istituto A.Ciuffelli di Todi l’ atteso Convegno “Da San Francesco a Greta Thunberg. Ragioniamo sull’Agenda 2030”, organizzato dalla Rete di Scuole Natura e Cultura. Il coordinatore scientifico Carlo Chianelli, entusiasta a conclusione dei lavori ha dichiarato: “Se buon giorno si vede dal mattino la nostra iniziativa ha tutte le carte per definirsi momento importante per la nostra scuola umbra e non solo”.

Con grande impegno – ha continuato Chianelli – abbiamo cercato di preparare al meglio questo convegno, fin nei minimi particolari, ma non sempre alla buona preparazione seguono dei risultati che invece qui ci sono stati vista la grande attenzione con la quale tutta la numerosa platea ha seguito i due relatori: Rosa de Pasquale e Andrea Tilche.”

Ha pesato sicuramente l’esperienza e il prestigio di queste due figure: Rosa De Pasquale, richiamando le parole di Papa Francesco ha prima spiegato con termini appropriati cos’è l’ASviS e quali obiettivi si prefigge entrando poi nel merito dell’Agenda 2030 che molti di noi hanno imparato a conoscere solo in questo periodo leggendo i cartelli che Greta e i “suoi” giovani sventolavano con questo numero o con il numero 11, mancano cioè solo 11 anni per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda. Il professore Tilche, grande esperto climatologo, si è soffermato di più sugli aspetti scientifici ricordandoci che già dagli anni ’60 gli scienziati ci avevano messo in guardia da uno sviluppo divoratore di carbone e petrolio, che già da allora saccheggiava materie prime a prezzi stracciati da Paesi in via di sviluppo, che incentivava la distruzione di foreste per utilizzare legni pregiati e impiantare prati per allevamenti intensivi di bovini, che utilizzando sapienti pubblicità convinceva masse enormi di persone ad acquistare auto, una, due tre e anche più per famiglia trascurando la mobilità pubblica, accentrando grandi masse nelle citta e bidonville con il risultato che oggi la maggioranza della popolazione ha abbandonato le campagne per vivere nelle città e, spesso, in zone fatiscenti magari a raccogliere immondizia.

A queste due interessantissime relazioni ha fatto seguito un ricco dibattito con interventi e domande. Poi le videoconferenze con tre scuole da noi individuate: l’IISS “Epifanio Ferdinando” di Mesagne (BR), l’unica in Italia ad avere l’accreditamento ONU al Climate Change Scholl che con un gruppo di studenti della classe IV D di Scienze Sociali accompagnati dal prof Gagliani, ci hanno spiegato quello che stanno facendo per difendere e valorizzare la loro terra. Tra l’altro il loro Collegio Docenti su proposta del DS Aldo Guglielmi ha dichiarato l’emergenza ambientale con tutta una serie di azioni conseguenti a questa impegnativa dichiarazione; poi è stata la volta del liceo Kennedy di Roma dove un gruppo di studenti della classe IV A accompagnati dalla vice preside Tamara Nale ci ha spigato in videoconferenza i loro progetti legati alle microplastiche e ai rifiuti trasportati nel mare dal fiume Tevere.

Con prelievi ad hoc utilizzando anche barche per avere campioni attendibili e diversificati. Infine la scuola superiore “Lorenzo Guetti” di Tione (TN) ci ha spiegato, sempre attraverso studenti di una classe V turistico accompagnati dalla docente Paola Giostrella i loro progetti sul turismo ambientale rispettoso dell’ambiente e lontanissimo dagli schemi del mordi e fuggi. Anche in questo caso il “nuovo” ds Alessandro Fabris ha mostrato tutta la determinazione a lavorare in collaborazione con tutte quelle realtà che metteranno al centro dei loro percorsi formativi l’Agenda 2030. In tutti e tre i casi gli studenti hanno parlato con linguaggio appropriato ed hanno mostravano determinazione e sicurezza anche perché queste tre scuole da tempo portano avanti progetti connessi alla salvaguardia del nostro unico Pianeta.
In questo nostro appuntamento non poteva mancare l’intervento politico: la vice ministro on. Anna Ascani ci ha tracciato le linee che intende portare avanti nel suo dicastero; intanto e questo è estremamente importante, si è fatta garante di far inserire sui bandi di gara per le nuove scuole una norma che obbligherà le imprese a costruire scuole estremamente efficienti a emissioni zero e con un’architettura più rispondente alle esigenze della didattica. L’obiettivo è anche quello di puntare ad una scuola meno separata dal territorio dove opera e più attenta a stimolare buone pratiche tra gli studenti e le loro famiglie: mense a km zero, cibi biologici, terreni da ripulire e da utilizzare come giardini e orti, visite a fattorie didattiche e lavorare a un piano nazionale green con intervento organico delle scuole di tutti gli ordini.

Non meno interessante il lavoro dei tre gruppi del pomeriggio: ad una prima presentazione dei coordinatori e una succinta illustrazione dei temi assegnati si è voluta utilizzare questa occasione anche per “tastare il polso” a quanto docenti e ds sono sensibili ai temi dello sviluppo sostenibile e a quanto, nelle rispettive scuole, si è realizzato a tutt’oggi. Al gruppo uno capitanato dal ds Ottavio Fattorini era stato assegnato il tema: bambini e giovani, protagonisti già oggi per esserlo domani: le strategie didattiche per favorire uno sviluppo sostenibile. Ne è emersa una forte esigenza di curare l’educazione allo sviluppo sostenibile in modo trasversale alle discipline, attraverso un lavoro propedeutico di formazione e coordinamento del corpo docenti soprattutto nella prospettiva di un curricolo verticale che abbia la sostenibilità come filigrana e sfondo integratore.

Al gruppo due invece era stato assegnato un compito più, diciamo così, istituzionale: Ptof e Agenda 2030: un impegno della scuola per realizzare l’Agenda. Coordinava il gruppo la ds Isabella Manni: si è tracciato in modo molto preciso quale potrebbe essere il percorso per costruire nelle scuole un “curriculo verticale” sulla sostenibilità, che consenta ai bambini, ai ragazzi di “mettere in memoria” le necessarie competenze. L’educazione alla sostenibilità deve essere trattata in modo partecipato con gli studenti in modo trasversale e interdisciplinare.

E’ quindi necessaria una struttura di curriculo a maglie larghe che preveda la possibilità per le scuole di progettare percorsi specifici nel pieno rispetto di obiettivi di apprendimento stabiliti dai Collegi. Importante potrebbe essere il ruolo di coordinamento della rete Natura & Cultura. L’ultimo dei tre gruppi: dalle grandi figure del pacifismo un contributo per un mondo migliore. Coordinatore il ds Alberto Stella: come far transitare nella scuola la consapevolezza ambientale, come coniugare formazione scientifica e educazione ai valori. Negli ultimi 40 anni è emerso con evidenza che i temi della pace, equilibrato rapporto tra gli uomini e dell’ambiente, equilibrato rapporto tra uomo e natura, sono convergenti. Lo studio e l’intervento sul rapporto tra organismo e ambiente sono questione centrale della scienza e elemento discriminante per la salvezza dell’uomo e del pianeta.

Una serie di uomini di pace: Francesco d’Assisi, Gandhi, Capitini, Danilo Dolci, King, Langer ecc…, possono aiutarci ad impostarlo positivamente.

” Le sintesi portate in plenaria dai tre coordinatori – continua il coordinatore Carlo Chianelli – lasciavano capire con quanto impegno e tensione sono stati affrontati i temi assegnati: l’utilizzo opportuno del PTOF, la centralità e felicità dello studente, la riscoperta di figure fondamentali del pacifismo di cui noi umbri possiamo vantare Francesco e Aldo Capitini, inventore questo della marcia Perugia – Assisi.” La stessa parola di obbligo scolastico, certo grande conquista sociale, è stata in parte contestata perché la scuola non dovrebbe essere mai un obbligo, una forzatura ma un piacere, una scoperta, una conquista del sapere
E infine, ma certo non per importanza c’ è stato l’intervento della professoressa Antonella Bachiorri docente presso l’Università di Parma nel Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale. La dottoressa prospettato, prendendo numerosi spunti dalle relazioni e dal dibattito, un percorso di formazione per docenti avente per tema l’Agenda 2030 che in una prima fase dovrebbe essere abbastanza “generalista” per abbracciare tutti gli ordini di scuola. Ciò servirebbe anche per far chiarezza e darsi un codice comune su una terminologia che, specie in questo ultimo periodo dove è cresciuta, anche dal punto di vista mediatico, la centralità dei temi ambientali. Le modalità saranno sia frontali/laboratoriali che on line su specifiche piattaforme per permettere quindi al docente di ricavare spazi di libertà per organizzare la sua formazione. Non saranno interventi sporadici ma, compito della rete che, detto per inciso anche grazie al convegno ha visto crescere le richieste di adesione, dovrà organizzare un percorso triennale prima appunto rivolto a tutti i docenti per poi calare nello specifico dei singoli ordini di scuole.

Se in questo impegnativo lavoro che ci aspetta non riusciremo a far si che lo studente sia nei fatti protagonista, i risultati e gli obiettivi che riusciremo a raggiungere saranno modesti.

“Ciò che sta avvenendo intorno a noi ci impone di verificare anche quali cambiamenti positivi verso uno sviluppo sostenibile si attiveranno nei nostri territori: se cioè riusciremo, utilizzando la leva dell’istruzione e della formazione, a far si che questa nostra parte dell’Umbria diventi promotrice e, magari, protagonista di un percorso virtuoso che veda cambiare abitudini consolidate e atteggiamenti in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030”, ha concluso

Carlo Chianelli coordinatore scientifico della Rete di scuole Natura & Cultura. Molte delle scuole partecipanti alla giornata sono ideali candidati per presentare le loro esperienze nella grande “convocazione” nazionale che Tuttoscuola sta organizzando nell’ambito del progetto “La scuola che sogniamo”, Raccontaci come hai realizzato il tuo sogno… per una scuola sostenibile”.