Critiche per la scelta del nuovo direttore generale della Lombardia

I giornali lombardi riportano i commenti negativi di quasi tutto il mondo delle istituzioni regionali per la nomina di Delia Campanelli come nuovo direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale.

Dopo una lunga attesa, dopo le indicazioni di possibili direttori segnalati dal territorio, il nome uscito da Roma sembra proprio non accontentare nessuno, se non la responsabile scuola di Forza Italia, on. Elena Centemero.

Dure, in particolare, le parole dell’assessore regionale Valentina Aprea: «Apprendiamo con stupore e sconcerto la nomina del nuovo direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale da parte del Ministro Giannini. Non possiamo che esprimere imbarazzo per una scelta del Ministro operata in solitudine, che non ha considerato come avrebbe dovuto l’interlocuzione costruttiva che era giunta ad una condivisione di criteri per individuare il profilo del nuovo direttore regionale e garantire in questo modo continuità nelle scelte e leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali».

Non viene, dunque, contestata la persona, ma il metodo seguito dalla ministra Giannini.

Aprea contesta infatti le modalità: «Il metodo scelto dal Ministro ha sconfessato il confronto istituzionale con la Giunta ed il Consiglio Regionale. La Lombardia è territorio all’avanguardia, che merita più rispetto anche nell’espressione di professionalità in sintonia con le specificità territoriali: se il Ministro vuole portare la “buonascuola” a livello nazionale, deve iniziare prendendo a modello i territori più avanzati».

Critiche sono arrivate anche dalla Lega. Si dicono “sconcertati per la scelta squisitamente burocratica fatta dal ministro Giannini” i consiglieri Regionali della Lega Silvana Saita e Pietro Foroni. “L’ennesima imposizione del governo centrale che, trattandoci da territorio coloniale secondo una visione totalmente centralista, nomina ad alti incarichi una persona che non si è mai occupata di scuola, non ha mai lavorato in Lombardia e rappresenta la più marcata espressione della pubblica amministrazione di Roma“.