Critiche al regolamento per l’istruzione degli adulti

L'Italia fanalino di coda in Europa per il lifelong learning

Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI) si è pronunciato il 16 dicembre scorso sullo schema di regolamento per l’istruzione degli adulti.

Le critiche del Cnpi prevalgono sugli apprezzamenti nei confronti dello schema.

In particolare, oltre a ritenere che le scelte effettuate siano riduttive rispetto alle esperienze e alle necessità di questa particolare utenza, il Cnpi ha lamentato la scomparsa dei corsi brevi e modulari: “L’esclusione dei percorsi brevi e modulari non appare una strategia condivisibile, perché penalizza le occasioni che gli attuali CTP hanno perseguito per dare risposte ai bisogni formativi dei cittadini appartenenti alle fasce sociali più deboli“.

Il Cnpi osserva che le scelte prospettate nello schema di regolamento appaiono fortemente condizionate dagli obiettivi di contenimento della spesa, con un impatto devastante su quanto concretamente si è realizzato nei territori per iniziativa di scuole, Regioni ed Enti locali.

C’è da osservare che, per qunato riguarda la partecipazione degli adulti (età tra i 25 e i 64 anni), dai recenti dati pubblicati dalla Commissione europea risulta che l’Italia ha soltanto una media del 6,3% di adulti coinvolti, rispetto alla media europea del 9,5%.

L’obiettivo fissato da Lisbona per il 2010, pari al 12,5%, è stato elevato per il 2020 al 15%, un traguardo che sembra difficile, per l’Italia, da raggiungere.